Surveying Psychology’s Public Image (Wood, Jones, Benjamin 1986)
La prima ricerca pubblicata sull’immagine sociale dello psicologo apparve nella rivista “American Psychologists” nel 1948 da Guest. Gli studenti del college della Pennsylvania intervistarono le persone nella loro città natale durante le vacanze di Natale, una sezione dell’indagine mise a confronto i risultati rispetto a 5 occupazioni: psicologo, architetto, chimico, economista e ingegnere, un’altra parte della ricerca mise a confronto la comprensione pubblica della psicologia e della psichiatria. Agli intervistati venne chiesto che tipo di aiuto avrebbero ricercato e verso quale professionista: ne emerge che gli economisti e gli ingegneri venivano scelti più spesso rispetto agli psicologi. Come ulteriore evidenza della confusione degli intervistati riguardo alla psicologia, Guest riportò che poca distinzione veniva fatta tra psicologi e psichiatri. Tuttavia al di fuori delle 5 occupazioni elencate, gli psicologi, vennero correttamente selezionati più spesso come i professionisti da consultare quando si conduce un indagine sul comportamento o si decide sulla professione del proprio figlio. Quindi solo ai chimici viene attribuita l’etichetta di scienziati con molta più frequenza rispetto agli psicologi. Questi risultati incostanti riguardanti la conoscenza della psicologia da parte degli intervistati, vennero accompagnati persino da una maggiore inconsistenza di opinioni. Sebbene la maggioranza degli intervistati riportò una impressione positiva del settore molti registrarono opinioni negative su domande specifiche. Quando gli è stato chiesto quali delle 5 occupazioni non avrebbero voluto che i suoi figli scegliessero, gli intervistati risposero più spesso la professione di psicologo. Inoltre gli intervistati hanno etichettato gli psicologi come le persone che si sarebbero sentite più facilmente malate all’interno di una situazione sociale e quasi il 40% credevano che gli psicologi fossero i più strani rispetto alle altre professioni.
Tra il 1952 e 1959 vennero pubblicati nove articoli sull’immagine dello psicologo. Due dei nove indagavano l’atteggiamento pubblico nei confronti dello psicologo(Grossack 1954, Nunnally & Kittross 1958) Grossack intervistò un campione di 51 neri nel Sud degli Stati Uniti. Sebbene le domande in questa ricerca fossero generali, gli intervistati sembravano avere un opinione positiva con più della metà del campione che credeva che gli psicologi aiutassero a ridurre le tensioni tra le razze. Tuttavia gli intervistati dimostrarono molta più conoscenzadel campo rispetto a come gli psicologi lavoravano con la mente, l’anima e il comportamento delle persone. Grossack riportò che molte persone uguagliavano lo psicologo allo psichiatra.
Alcuni anni dopo Nunnally & Kittross condussero un’altra ricerca, su un campione di residenti nel centro dell’Illinois, per valutare su una scala di valori e di comprensione di diverse professioni. Il personale medico (dottori e infermieri) si posizionano in una posizione più alta rispetto agli psicologi e gli psicologi in una posizione più alta rispetto agli psichiatri.
Successivamente due ricerche vennero pubblicate con lo scopo di descrivere l’abilità pubblica nel distinguere tra psicologi e psichiatri. Gli intervistati della ricerca di Tallent & Reiss del 1959 erano studenti non dell’ ambito psicologico, gli intervistati da Murray del 1962 erano invece studenti di psicologia. In queste ricerche l’abilità degli intervistati di distinguere tra le discipline di psicologia e psichiatria fu impressionante. Per es. nella ricerca del 1959 solo il 15% pensava che gli psicologi possedessero il titolo di laurea in medicina mentre il 70% pensava che gli psichiatri fossero laureati. In generale gli psicologi venivano considerati come insegnanti e scienziati che studiavano il comportamento umano. La maggioranza del campione credeva che gli psichiatri erano formati primariamente come praticanti e che trattassero i disordini mentali. E una minoranza credeva che gli psicologi venissero formati come praticanti autodidatti o che fornissero trattamenti per disordini mentali.
Witley nel 1959 condusse una ricerca generale delle reazioni alla scienza e riscontrò una visione negativa della psicologia in una parte del campione. Solo il 50% degli intervistati approvava l’idea che l’uso dell’approccio scientifico avrebbe portato a una vera comprensione del comportamento umano. Nel 1967 l’American Psychologists pubblicò una ricerca che cercava di ottenere un campione rappresentativo degli intervistati provenienti dal St. Louise, questa indagine confrontava le reazioni a un varietà di occupazioni che includevano il chirurgo, il dentista, l’avvocato l’ingegnere, lo psichiatra e lo psicologo, come nella ricerca di Guest ai genitori venne chiesto le loro preferenze per l’occupazione dei loro figli e di nuovo l’occupazione dello psicologo si posizionò in fondo alla lista. Se comparata con la psicologia persino la psichiatria venne preferita tra i due. Su una domanda aperta riguardo a ciò che gli psicologi e gli psichiatri fanno, il 31% riportò che gli psicologi studiano il comportamento, mentre solo il 3% pensa che anche gli psichiatri lo facciano. Solo il 35% pensa che gli psicologi aiutano le persone nei loro problemi e il 45% pensa che lo facciano anche gli psichiatri. Quando gli si chiede chi avrebbero contattato per un servizio specifico, gli intervistati riportarono che avevano una preferenza per gli psichiatri se fossero stati depressi, nervosi, se volessero una prescrizione per tranquillizzanti, se stavano diventando malati mentalmente o se bevevano eccessivamente. Gli psicologi venivano invece preferiti per determinare il quoziente intellettivo dei figli o come aiuto nelle difficoltà matrimoniali.
In una ricerca presso una scuola elementare, media e superiore in Columbia e a St Louise di Dollinger & Thelen nel 1978 emerge che la maggior parte degli studenti pensa chegli psicolgi si occupino di terapia, sebbene meno del 14% dice che non sanno cosa fanno gli psicologi o danno risposte non corrette. Tuttavia lo studio rivela che solo il 20% poteva correttamente differenziare tra psicologo e psichiatra. Con lo scopo di valutare la psicologia come una possibile occupazione, agli intervistati gli venne chiesto di compararla con altre 24 potenziali occupazioni. Lo psicologo si posizionava approssimativamente nella scala di mezzo della desiderabilità, tra scienziato e venditore per i maschi e tra contadino e banchiere per le ragazze.
Nel 1978 l’APA intervistò una sezione del pubblico per ottenere informazione riguardo la loro opinione rispetto alla psichiatria. Gli psichiatri erano visti come più efficienti nel trattare le malattie mentali rispetto agli psicologi, ed erano definiti come professionisti per problemi organici e comportamenti antisociali. Tuttavia gli psichiatri e gli psicologi erano visti come essere ugualmente d’aiuto nel trattare di problemi emozionali come ad es. l’incapacità di affrontare la vita, i problemi familiari e la depressione. Il vantaggio percepito dagli intervistati nei confronti degli psichiatri nel trattare le malattie mentali era dovuto al fatto che gli psichiatri ricevevano una formazione medica.
In sintesi la valutazione globale della psicologia ha ottenuto opinioni favorevoli. Domande specifiche riguardanti gli affetti tuttavia hanno rilevato reazioni più negative rispetto al settore, ad es. gli intervistati tendono a vedere la psicologia come una professione non desiderabile per i loro figli e gli psicologi come una professione difficile con cui interagire su basi personali.
I primi studi hanno evidenziato che gli intervistati non differenziavano tra la psicologia e la psichiatria, mentre i successivi studi hanno rivelato chiare distinzioni con degli psicologi, visti primariamente come scienziati comportamentali e gli psichiatri che esercitano. Non è chiaro se il pubblico considera la psicologia come una scienza.
Nella ricerca di Wood, Jones and Benjamin del 1986, effettuata tramite un questionario alla popolazione nell’area metropolitana di Los Angeles, Milwauke, Houston and Washington D.C. emerge che il 91,35% del campione aveva un atteggiamento favorevole verso la psicologia e questi risultati rappresentano un miglioramento nell’atteggiamento del pubblico verso il settore se comparati con i risultati degli studi precedenti. L’84,43% è fermamente convinto che la psicologia sia una scienza e il 58,28% ritiene che la psicologia non sia usata primariamente per controllare e manipolare le presone. Una ampia percentuale del campione crede che gli psichiatri piuttosto che gli psicologi prescrivano farmaci per malattie mentali. Inoltre, appare che, gli intervistati sapessero differenziare i campi della psicologia e della psichiatria: tendevano a vedere gli psicologi più somiglianti agli scienziati comportamentali e gli psichiatri più somiglianti a chi esercita la professione. Su una domanda aperta riguardante il titolo di studio necessario per esercitare la professione di psicologo: l’1.38% credeva che gli psicologi necessitassero di un diploma di scuola superiore, il 24,14% di una laurea, il 31,72% di un master, il 37,24% di un dottorato, il 3,45% di una laurea in medicina, il 2,7% di altre lauree avanzate. Il 45,41% ha riportato che la psicologia ha avuto un impatto nella sua vita quotidiana, di questi l’81,32% era in grado di indicare l’effetto specifico che ha sperimentato. Sei intervistati hanno riportato che la psicologia gli ha aiutati nelle relazioni con gli altri, quattro che gli ha aiutati nelle relazioni con i bambini, tre che è servito per il proprio lavoro e tre che gli è stato d’aiuto nella vita in generale.
La rappresentazione che essi si sono fatti della psicologia in più della metà deriva da libri, riviste e giornali, mentre meno della metà ha ricevuto informazioni sulla psicologia da media in particolare attraverso la televisione e i film. L’immagine della psicologia e della psichiatria sembra più presente in quegli individui che sono più religiosi e più conservativi moralmente.
In conclusione la visione dello psicologo è migliorata con gli anni ma tuttavia lo psicologo è percepito come professionista che lavora principalmente a livello individuale, il pubblico non sembra quindi aver capito l’attività dello psicologo e il suo potenziale che invece molti psicologi avrebbero desiderato. Fra tutte le indagine è emerso che la conoscenza base della psicologia non esiste. L’APA ha perciò promosso delle campagne per diffondere la conoscenza e l’immagine della psicologia negli individui.