Strumenti per misurare il benessere psicologico PGWBI
Strumenti per misurare il benessere psicologico: Psychological General Well-Being Index (PGWBI)
Il questionario PGWBI è una misura validata della Qualità della vita o Qualità della vita correlata alla salute (HRQoL), ampiamente usata nella pratica clinica e nella ricerca epidemiologica per fornire una valutazione generale soggettiva del benessere psicologico e della salute.
Il primo documento che testimonia l’uso del termine “qualità della vita”, all’interno di una rivista di medicina, risale al 1966 quando J.R. Elkinton, parlando del tema dei trapianti, pubblicò un editoriale dal titolo “Medicina e Qualità di vita”.
Tre anni dopo Harold Dupuy, psicologo del National Center for Health Statistics, sviluppò la sua Psychological General Well Being Schedule, un questionario di 68 item con lo scopo di misurare il grado di “felicità” e lo stato di distress psicologico della popolazione americana. Fazio (1977) sviluppò una forma alternativa, a 33 item.
Alcuni anni dopo Dupuy insieme a John E. Ware collaborarono alla revisione, all’adattamento e alla validazione definitiva del Psychological General Well- Being Index (PGWBI); la versione della nuova scala viene portata a 22 items e le categorie di risposta vengono classificate lungo una scala Likert a 6 punti, con valori compresi tra “0” e “5”.
Il PGWBI è stato sviluppato per l’utilizzo auto-somministrato che richiede da 8 a 15 minuti. Nel caso di persone analfabete, con ritardo mentale, non vedenti o analfabeti si può somministrare attraverso un’intervista.
Come già accennato, il questionario è composto da 22 item che esplorano sei differenti dimensioni: ansia, depressione, positività e benessere, autocontrollo, stato di salute generale e vitalità; le sei scale sono costituite da un minimo di 3 ad un massimo di 6 item: la scala dell’ansia è la più lunga e comprende 5 item, le scale del benessere e della vitalità sono formate da 4 item e le restanti comprendono ciascuna 3 item.
Tutte le domande si riferiscono alle quattro settimane precedenti alla somministrazione e ognuna ha 6 risposte chiuse che si differenziano a seconda dell’item in questione.
Alcuni esempi di item sono: “Nelle ultime quattro settimane mi sono sentito scoraggiato e triste” o “Nelle ultime quattro settimane la mia vita quotidiane è stata interessante”. Il calcolo del punteggio si ottiene con un indice complessivo il quale può arrivare ad un massimo di 110 punti.
In tutti gli studi di validazione americana, la consistenza interna della scala è risultata elevata, con valori di Cronbach compresi tra 0.90 e 0.94. La riproducibilità intra-soggetto espressa dai coefficienti di test-retest oscilla attorno ad un valore mediano di 0.80. Il PGWBI risulta inoltre correlato negativamente con il Minnesota Multiphasic Personality Inventory (-0,55), il Beck Depression Inventory (-0,68), lo Zung Depression Inventory (-0,75), il Personal Feelings Inventory Depression (-0,78) e con la Hopkins Symptom Checklist (-0,77).
Lo studio che riguarda la validazione italiana del PGWBI (Grossi, Groth, Mosconi, Cerutti, Pace, Compare & Apolone, 2006), ha coinvolto quattro campioni di popolazione differenti: due campioni della popolazione generale, un campione di studenti e uno di pazienti. L’obiettivo era selezionare il minor numero di item che potesse giustificare almeno il 90% della varianza del questionario originale di 22 item; usando un’analisi della regressione “step-wise”, furono rilevati 6 item.
Successivamente, la nuova scala formata da soli 6 item fu somministrata agli altri tre campioni. Statistiche descrittive, coefficienti di correlazione, analisi delle regressioni univariate e multivariate sono state usate per confrontare la performance della forma lunga e corta del questionario, con e tra i campioni e attraverso sottogruppi pertinenti; questa versione ulteriormente ridotta mostra una buona validità e accettabilità per l’uso in vari contesti con un valore all’ alpha di Cronbach tra.80 e .92.
Tale questionario è stato tradotto in diverse versioni: quella britannica adattata e validata nel 1992 attraverso lo studio di 223 pazienti ospedalizzati, dimostrando ottime caratteristiche psicometriche e sempre con successo la versione tedesca, danese, svedese e norvegese.
Sempre più studi che hanno come scopo quello di valutare l’impatto di terapie medico-chirurgiche o psicologiche sulla Qualità della vita, utilizzano il PGWBI. Le aree principali di applicazione sono rappresentate dall’ipertensione (Dalhof et al.,1997), dai disturbi in menopausa (Groth & Grossi, 2000), dalla malattie gastrointestinali (Lonroth et al., 2000) e cardiovascolari (Herlitz et al., 2000), dalla depressione (Moller, 2000) o dai disturbi bipolari (Namjoshi & Buesching, 2001), dalla terapia del dolore (Becker et al.,2001) e da altri disturbi con impatto sul benessere delle persone (Boman, Briman & Moller, 2004).
© Stile repressore e benessere – Margherita Monti