Stress e Soggettività
Stress e Soggettività
Da quando il termine “stress” è entrato a far parte del linguaggio terminologico specifico della psicologia (Selye, 1955), si assiste ad un proliferare di diverse scuole di pensiero che, raggruppate nel loro insieme, possono essere divise tra quelle che enfatizzano il ruolo attivo dello stimolo esterno che agisce sulla persona (che in questo caso subisce passivamente lo stimolo) e quelle che intendono invece lo stress come risultato di un’interazione tra persona e ambiente e che vedendo, quindi, lo stress come il risultato di tale interazione, ne presuppongono un ruolo attivo della persona. In ogni modo, qualunque sia l’approccio, è bene sottolineare che un eccesso di stress sulla (e nella) persona può avere una diretta conseguenza sulla salute e sul benessere.
Molte ricerche che hanno indagato sulla relazione tra stress e benessere, sia fisico che mentale, hanno messo in evidenza come la reazione delle persone allo stress possa essere diversa da persona a persona, a seconda delle circostanze (Donnell 2003; Dohrenwend & Dohrenwend, 1981).
Non tutte le persone, quindi, vivono e sperimentano lo stress (e le conseguenze ad esso collegate) allo stesso modo in quanto ogni individuo è unico e risponde in maniera differente sia agli stimoli fonte di stress, sia agli inaspettati eventi negativi della vita (Park et al., 1997; Stowell et al., 2001; Bond, 2004).
Così, mentre alcuni non hanno difficoltà a fronteggiare positivamente lo stress grazie ad una capacità intrinseca ad attivare il processo di ricerca di significato, altri potrebbero essere meno abili nell’integrare il significato degli eventi nella loro esperienza o, a compensare i cambiamenti apportati dagli eventi stessi, soprattutto quando percepiti e vissuti come negativi (Skaggs & Barron, 2006).
In un recente lavoro, Tosevski (2006), afferma che “gli eventi stressanti della vita possono avere sulla salute delle persone un impatto variabile a seconda che vengano percepiti come una minaccia o come una sfida”, lasciando chiaramente intendere che ciò che può fare la differenza sul proprio benessere ed incidere di conseguenza sulla salute, sia in larga misura la percezione soggettiva.
Tali risultati hanno portato alcuni ricercatori a chiedersi quali fattori influenzano la risposta individuale allo stress e ad indagare le differenze individuali come potenziali fattori intervenienti tra stress e benessere (Donnell, 2003).
In letteratura si trovano lavori che hanno indagato tali differenze, individuandole spesso in capacità che nel loro insieme ne costituiscono un costrutto teorico ben delineato, e hanno anche predisposto e testato degli strumenti atti a migliorare la risposta individuale grazie a training specifici di sviluppo e miglioramento di tali capacità.
Nei prossimi articoli faremo una panoramica su quelle capacita che consentono un “fronteggiamento” migliore (ricordiamo che il termine “coping” si riferisce alle capacità che la persona è in grado di mettere in atto in risposta allo stimolo percepito come stressante per far fronte ad esso), ossia un miglioramento delle capacità di coping e su alcuni dei principali strumenti che consentono tale sviluppo.
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- Per un approfondimento delle origini storiche del termine si rimanda al’articolo specifico: “Lo stess: le sue origini”
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- Per un approfondimento delle diverse correnti e filoni sullo stress, si rimanda all’articolo specifico: “Modelli Teorici di riferimento dello Stress sul Lavoro”
Bibliografia di riferimento
- Bond, F.W., e Bunce, D. (2000). Mediators of change in emotion-focused and problem focused worksite stress management interventions. Journal of Occupational Health Psychology, 5(1), 156-163.
- Dohrenwend, B. S., e Dohrenwend, B. P. (1981). Stressful life events and their contexts. Prodist, New York.
- Donnell, A. (2003). The effect of hardiness on the relationship between stress and well-being: Moderator, mediator, or both? The Sciences and Engineering, 64 (6-B), 2911.
- Park, C. L., e Folkman, S. (1997). Meaning in the Context of Stress and Coping. Review of General Psychology, 1 (2), 115–144.
- Selye, H., (1955). La sindrome di adattamento. Istituto sieroterapico milanese S. Belfanti, Milano
- Skaggs, B.G., e Barron, C.R. (2006). Searching for meaning in negative events: concept analysis. Journal of Advanced Nursing, 53(5), 559–570.
- Stowell, J.R., Kiecolt-Glaser, J.K., e Glaser, R. (2001). Perceived Stress and Cellular Immunity: When Coping Counts. Journal of Behavioral Medicine, 24 (4), 323-339.
- Tosevski, D.L., e Milovancevic, M.P. (2006). Stressful life events and physical health. Current Opinion in Psychiatry, 19, 184–189.
© Stress e Soggettività – Francesco De Paola