Strategie di coping: Tentativo di comunicazione
Strategie di coping: Tentativo di comunicazione
Un’estrapolazione della definizione di mobbing fornita da Leymann (1996), suggerisce come il fenomeno sia caratterizzato dalla presenza di comunicazione ostile e non etica perpetrata in maniera sistematica da parte di uno o più individui.
I tentativi di comunicazione, con frequenza 35, se privi di efficacia porteranno al silenzio, al non detto e alle parole travisate, ovvero ai presupposti per la nascita di un conflitto all’interno di una relazione professionale.
“Altra scenata quando, esasperato dalla situazione, gli ho chiesto se potevamo trovare una soluzione/accordo nel senso che mi licenziasse, dandomi quello che mi spetta per legge senza un centesimo in più e dandomi la possibilità di iscrivermi alle liste di disoccupazione (credo sia il minimo che può chiedere un uomo di 47 anni, con 25 anni di servizio alle spalle, in un mercato del lavoro come quello attuale, con un mutuo da pagare)…risultato: carte sbattute in giro per l’ufficio, urlando, mi viene chiesto se voglio approfittare della situazione e mi viene detto che se voglio risolvere le cose so cosa devo fare…DARE LE DIMISSIONI!!!”
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“Sempre durante i saldi estivi sono stata ripresa davanti ai clienti perché secondo la responsabile stavo chiacchierando, quando invece ero stata interpellata da un collega per un aiuto nel ricercare e quindi soddisfare una richiesta da parte di un cliente. Subito ho riferito alla responsabile il reale motivo dello scambio di parola col collega ma non è stato neppure ascoltato.”
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“Il lavoro che (non) fa per te”. Il disagio nelle relazioni lavorative: un’indagine psicosociale sul territorio di Venezia – © Maurizio Casanova