Quadro teorico di riferimento: la Grounded Theory
Quadro teorico di riferimento: la Grounded Theory
L’analisi dei resoconti, in quanto metodologia di tipo qualitativo, trova il suo riferimento principale nella Grounded Theory (GT), un orientamento che si è sviluppato nel corso degli anni ‘60, sullo sfondo di dibattiti e epistemologici all’interno delle scienze umane a proposito dei vantaggi della ricerca quantitativa e qualitativa.
Glaser e Strauss (1967), infatti, la formularono nel tentativo di opporsi alle grandi teorie sociologiche e di fare fronte alla crisi dei metodi qualitativi, sempre più relegati al ruolo secondario rispetto alla ricerca quantitativa.
Mentre la ricerca quantitativa ha come obiettivo sostanziale quello di verificare teorie preesistenti facendo riferimento ad un paradigma causativo lineare, la GT, si pone l’obiettivo di raccogliere sistematicamente e analizzare dati di ricerca non manipolabili da ricercatore ma coerenti con i contesti reali di rilevazione.
In questa direzione, la teoria che emerge dai dati cerca di somigliare ai dati stessi piuttosto che essere frutto di speculazioni teoriche. Lo scopo di descrivere ciò che accade e formulare spiegazioni sulla base delle osservazioni intorno alle ragioni per cui accade un evento.
Alla modalità lineare dell’approccio quantitativo si contrappone la circolarità, che rappresenta un elemento di forza di questo modello perché costringe il ricercatore a riflettere continuamente sul processo di ricerca e sulle singole fasi alla luce di tutte le altre: in questa direzione il termine grounded esprime l’idea che la teoria sia generata dalla scoperta dei dati, con lo scopo di costruire un’interpretazione di un fenomeno.
La caratteristica principale è rappresentata dalla vicinanza dell’intero processo di ricerca al punto di vista dei partecipanti: più che la differenziazione rispetto all’uso della quantificazione, le divergenze relative agli usi degli strumenti delle tecniche sono da ricondurre nella scelta di una prospettiva diversa, quella dei protagonisti della vita quotidiana.
La Grounded Theory offre un approccio sistematico per scoprire aspetti significativi dell’esperienza umana che rimangono inaccessibili con i metodi di ricerca tradizionali. Poiché questi metodi sono destinati a studiare i processi, consentono di studiare lo sviluppo, il mantenimento e il cambiamento nei processi individuali interpersonali.
Secondo Charmaz (1995), i temi di indagine analizzabili tramite la GT possono essereapplicati con successo nello studio di processi individuali, delle relazioni interpersonali, del rapporto tra processi individuali e sociali. È un approccio particolarmente adatto allo studio dei processi di interazione e dei significati soggettivi ed essi attribuiti in relazione al contesto sociale nel quale si verificano.
“Il lavoro che (non) fa per te”. Il disagio nelle relazioni lavorative: un’indagine psicosociale sul territorio di Venezia – © Maurizio Casanova