Mobbing: Le conseguenze per il vessato
Mobbing: Le conseguenze per il vessato
Si è osservato in corso d’opera che le azioni di mobbing convergono con estrema efficacia e regolarità verso un’unica direzione: quella di estromettere la persona che risulta scomoda all’azienda.
Al fine di raggiungere l’obiettivo, le strategie utilizzate dal vessatore per allontanare la persona indesiderata sono svariate, accumunate unicamente dall’indifferenza esercitata nei confronti della persona.
La violenza perpetrata apporta sempre una ferita sulla vittima, evidente o anche solo percepita, fermo restando che, in ogni caso, ne risente il fisico quanto la mente.
Ege (2002) sostiene che a seguito del mobbing, un soggetto può manifestare una gamma incredibile di sintomi e disturbi come depressione e insonnia, ma possono essere anche sostituiti da gastriti nervose, dolori cervicali, disturbi dell’alimentazione, cefalee e problemi digestivi.
La vittima, deturpata a livello fisico e psicologico, è facente parte di un particolare ambiente sociale: il mobbing è infatti un fenomeno che si espleta unicamente a livello lavorativo, pertanto, essendo la sede lavorativa un ambiente in cui si instaurano relazioni sociali, è giusto dire che i risvolti drammatici conseguenti la violenza esercitata sul vessato, toccano anche la sua sfera sociale (Favretto, 2005).
Il mobbing è un fenomeno collettivo avente come scopo quello di escludere la persona (Ege, 2002), dove non solo l’ambito professionale ne risente, ma, ad esempio, anche quello famigliare.
grafico 1: le conseguenze fisiologiche e psicosociali per la vittima di mobbing
“Il lavoro che (non) fa per te”. Il disagio nelle relazioni lavorative: un’indagine psicosociale sul territorio di Venezia – © Maurizio Casanova