L’immagine dello psicologo: Categorizzazione e conseguenze della categorizzazione – stereotipi e pregiudizi
“Le rappresentazioni sociali hanno una doppia funzione: rendere familiare lo strano e percettibile l’invisibile. Ciò che è sconosciuto o insolito comporta una minaccia perché non abbiamo categorie in cui porlo” (Moscovici, 1989, 365)
La realtà (Voci, 2003) non viene registrata nella nostra mente per quella che è, ma viene trasformata, rielaborata e dotata di significato attraverso schemi mentali che a loro volta sono influenzati da una combinazione di fattori cognitivi, affettivi e motivazionali. Il processo cognitivo che trasforma e altera la realtà è definito categorizzazione.
La categorizzazione sociale è un processo che avviene per la semplificazione dell’ambiente sociale: le persone che incontriamo ogni giorno più o meno casualmente, sono troppe per essere conosciute tutte in modo approfondito. Ci affidiamo a questo processo per semplificare i nostri rapporti con gli altri, classificando le persone all’interno di categorie sociali o gruppi. Le categorie sociali (Gattino, Miglietta, Converso 2008) sono funzionali alla classificazione delle persone, esse sono classificate in conformità a categorie quali l’occupazione, il sesso, l’etnia, la religione, la nazionalità.
L’inclusione di un individuo all’interno di una classe di persone (Voci, 2003) avviene attraverso il confronto tra caratteristiche dello stimolo e specifiche categorie sociali ad es. se incontro una persona che è nata a Lione la categorizzo come francese, oppure vedo una persona che vende oggetti per strada, lo categorizzo come ambulante. Quindi la categorizzazione sociale si può basare sull’aspetto esteriore della persona e su attributi e modi di agire dell’individuo.
Il processo di categorizzazione sociale permette di fare inferenze comportamentali. Classificando una persona all’interno di un gruppo ci aspettiamo che si comporti in un certo modo tipico di tutti gli individui che appartengono a quella categoria.
La categorizzazione sociale è un processo che fa parte di un processo più generale di deduzione delle caratteristiche di una categoria sociale a quella dei singoli individui che ne fanno parte.
Esso non coinvolge solo comportamenti, ma anche giudizi, attributi, valutazioni. L’insieme delle caratteristiche ritenute tipiche di una categoria sociale prende il nome di stereotipo. Ad es.se categorizziamo una persona come francese, rispecchierà lo stereotipo dei francesi: sarà presuntuosa, amerà la buona cucina e non andrà d’accordo con gli inglesi, oppure una persona di colore non sarà portato per i lavori intellettuali ma sarà dotata atleticamente e avrà un innato senso del ritmo. Molti di queste deduzioni sono improprie e ingiustificate.
Un’altra caratteristica della categorizzazione sociale è data dalla spiegazione.
Oltre a semplificare l’ambiente, le persone necessitano di renderel’ambiente controllabile e con un significato. Etichettare una persona in una categoria sociale ci permette di spiegare i suoi comportamenti. Spesso le funzione di spiegazione può combinare con quella di interferenza, ad es. se incontriamo un uomo vestito di scuro che cammina e mormora qualcosa, lo etichettiamo come prete, giustifichiamo il suo comportamento: sta pregando, inoltre attendiamo da lui comportamenti tipici della categoria prete quali per es. non arrabbiarsi o fare l’elemosina ai poveri. Eseguiamo continuamente questo processo in modo inconsapevole.
Nel categorizzare una persona, automaticamente, le si attribuiscono le caratteristiche associate a quel gruppo.
La principale conseguenza negativa è proprio la stereotipizzazione e raramente gli stereotipi corrispondono alla realtà, in quanto difficilmente tutte le persone inserite nella categoria sociale possiedono effettivamente gli stessi tratti. Gli stereotipi sono costituiti da tratti e caratteristiche che vengono attribuiti a tutti i membri di una categoria, sono di origine culturale e perciò condivisi da tutti i membri di una determinata cultura. “Gli stereotipi consistono in una serie di generalizzazioni compiute dagli individui. Essi sono in gran parte (o costituiscono uno dei casi) del processo cognitivo di categorizzazione.” (Tajfel, 1995, 238-239) “Si può parlare di stereotipi sociali solo quando questi vengono condivisi da grandi masse di persone all’interno dei gruppi sociali o delle entità sociali, dato che la loro condivisione implica un efficace processo di diffusione”(Tajfel, 1995, 239).
Lo stereotipo viene potenziato da un processo secondario della categorizzazione: l’assimilazione intracategoriale, questo processo porta a ritenere che tutte le persone della categoria siano più simili tra loro di quanto lo siano in realtà. Perciò se a una categoria corrispondono determinate caratteristiche e tutte le persone che rientrano nella categoria sono simili tra loro significa che tutte le persone della categoria hanno quelle specifiche caratteristiche. La conseguenza di ciò può essere sgradevole.
La classificazione delle persone in categorie porta alla formulazione di giudizi che potrebbero non tenere conto per nulla delle reali caratteristiche delle persone.
Questo processo viene definito pregiudizio (Brown, 1990).
“Il pregiudizio è un processo che porta ad attribuire a una persona sconosciuta i tratti e le caratteristiche ritenute tipiche del suo gruppo di appartenenza” (Voci, 2003, 93). Il pregiudizio (Voci, 2003) può essere sia negativo sia positivo, si può avere una immagine o positiva o negativa rispetto a una categoria di persone e di conseguenza si opereranno comportamenti positivi o negativi verso quella categoria, se il pregiudizio è molto negativo si può arrivare alla discriminazione. Il pregiudizio può essere considerato come un fenomeno ordinario e quotidiano, riscontrabile tra la gente comune (Brown, 1995) che deriva probabilmente dagli stessi processi cognitivi e sociali che influenzano tutti gli aspetti della nostra esistenza. Esso riflette i processi cognitivi in quanto è un prodotto della nostra percezione del mondo e del tentativo di dargli un senso. L’attivazione e l’applicazioni di categorie e di stereotipi avviene in modo automatico e inconsapevole. Molti esperimenti nella letteratura confermano che lo stereotipo di un gruppo sociale sia difficile da cambiare, in quanto vengono alimentati da nuove informazioni negative e non vengono neppure attivati quando le informazioni sono positive. Perciò è molto più facile confermare uno stereotipo piuttosto che smentirlo. Si ottiene così un circolo vizioso che funziona come una profezia che si autoavvera: la categorizzazione, la formazione di preconcetti, la conseguente attuazione di comportamenti e la conferma delle aspettative iniziali.
“l’attivazione di una precisa aspettativa produce comportamenti e atteggiamenti coerenti con essa, che a loro volta sono in grado di produrre le basi per una conferma dell’aspettativa stessa” (Voci, 2003, 21)