Il “metodo Ege”
Il “metodo Ege”
Nel 2002, un ulteriore sviluppo ha portato alla stesura di una versione non anonima, sostanzialmente rivisitata ed ampliata del questionario, detta “LIPT-Ege” , che insieme al relativo “Metodo Ege”, già riconosciuto da vari tribunali italiani con alcune importanti sentenze, è volta alla valutazione del mobbing e alla quantificazione del danno da mobbing ai fini giuridici risarcitori.
Il cosiddetto “Metodo Ege” per la valutazione e quantificazione del danno da mobbing è il primo esperimento in assoluto di tabellazione matematica per il risarcimento del danno da mobbing (Ege, 2002).
Il metodo elaborato si articola in tre fasi:
1. Determinazione del Mobbing
Permette di riconoscere o meno il mobbing nella vicenda lavorativa in questione.
Si tratta di un passo fondamentale sia in ambito giuridico – essendo una premessa indispensabile nella causa penale così come in quella civile risarcitoria – sia nel campo più specifico della Psicologia del Lavoro, poiché in sostanza implica la messa a punto di una definizione finalmente tassativa e rigidamente scientifica del mobbing. In vista di tale compito Ege (2002) si è basato sulla ricerca empirica che PRIMA porta avanti dal 1996 e che attualmente conta oltre 3000 casi analizzati. Si è così giunti all’individuazione di sette parametri tassativi, la cui presenza contestuale permette di riconoscere il mobbing in una vicenda lavorativa conflittuale.
Si tratta di sette criteri oggettivi e scientificamente accettabili che, da un lato, sgombrano finalmente il campo dalla disinformazione e dall’equivoco imperanti, e dall’altro permettono una valutazione rigorosa e sicura della presenza del mobbing.
Tali sette parametri si configurano come segue:
fonte: Ege H. (2002), La valutazione peritale del Danno da Mobbing
La prima fase del “Metodo Ege” consiste nella verifica empirica della presenza di tali sette parametri nella vicenda in esame.
Gli strumenti che permettono all’esperto di acquisire gli elementi utili alla verifica di tali parametri sono due: le risposte che la persona fornisce al questionario di mobbing, denominato “LIPT Ege“, e l’esito del colloquio sulla vicenda lavorativa che il perito tiene personalmente con la persona.
Il procedimento di verifica è rigoroso e termina con un giudizio chiaro: se tutti e sette i parametri sono presenti, oppure se il caso rientra in una delle due eccezioni previste, allora l’esito è positivo e la conflittualità della vicenda in esame è a tutti gli effetti classificabile come mobbing; se invece anche solo uno dei parametri non è rispettato e la vicenda non rientra nelle due eccezioni, allora non è scientificamente possibile parlare di mobbing ed il lavoro dell’Esperto si esaurisce.
2. Valutazione della Lesione Accertata da Mobbing (L.A.M.) totale permanente Rappresenta il calcolo matematico dell’entità del danno da Mobbing.
Si procede a questo stadio ovviamente solo quando l’esito della prima fase è positivo e solo se al perito è stato richiesto di procedere alla valutazione del danno derivato dal mobbing accertato, oggetto della causa civile di risarcimento.
In questa fase l’esperto procede, sulla base del calcolo matematico di valori convenzionali, alla percentualizzazione della cosiddetta L.A.M. totale permanente, che indica il grado di lesione che la vittima di mobbing ha riportato.
Nella valutazione si tiene conto di più varianti, come la durata e la frequenza del mobbing, lo stadio raggiunto dalla vicenda lavorativa e la fascia di reddito della vittima. Il risultato di questa seconda fase è un numero che indica in percentuale la riduzione delle capacità lavorative, relazionali, affettive, sociali, etc. che il vessato ha riportato in seguito al mobbing.
Tale percentuale viene poi monetizzata nella terza e ultima fase del “Metodo Ege”.
3. Quantificazione monetaria della L.A.M. totale permanente
Con apposite Tabelle di Monetizzazione del Danno da Mobbing, elaborate sulla base dell’attuale tabellazione per la quantificazione del danno biologico, il perito giunge alla determinazione dell’indennizzo monetario che il mobbizzato può richiedere davanti al Giudice a titolo di risarcimento per l’insieme dei danni che il Mobbing gli ha arrecato.
I valori di tale indennizzo variano a seconda del genere e dell’età della vittima.
Grazie a questo strumento, De Felice riesce a stabilire, a seconda del danno da mobbing riscontrato in base al “metodo Ege”, quanto spetta in termini di risarcimento economico alla persona vittima di mobbing.
“Il lavoro che (non) fa per te”. Il disagio nelle relazioni lavorative: un’indagine psicosociale sul territorio di Venezia – © Maurizio Casanova