Dati e statistiche: il mercato dei prodotti alimentari biologici

Dati e statistiche: il mercato dei prodotti alimentari biologici

La situazione internazionale

Da un’analisi complessiva dei dati elaborati da FIBL e IFOAM in occasione della fiera Biofach di Norimberga 2014 (Report prodotti biologici, speciale Biofach 2014, ISMEA in collaborazione con Sinab, 2014), emerge che il biologico risulta in espansione a livello internazionale anche se a tassi più contenuti rispetto agli anni scorsi, sia sul fronte della domanda che dell’offerta. Nel 2012, le coltivazioni mondiali coltivate ad agricoltura biologica ammontano a 37,5 milioni di ettari e sono cresciute di mezzo punto percentuale sul 2011, mentre gli operatori biologici, pari a 1,9 milioni, sono aumentati del 7.6%. Parallelamente a questi sviluppi a livello strutturale il mercato mondiale sta continuando a crescere (+1.3% nel 2012), valutato in circa 50 miliardi di euro.

Il valore del mercato si concentra in gran parte tra Nord America ed Europa mentre è più basso nei paesi dove risiedono le superfici coltivate più ampie; ciò dipende da un forte orientamento all’export di tali zone verso le aree a maggiore domanda. Le aree con maggiori superfici coltivate sono l’Oceania con 12,2 milioni di ettari, pari al 32.4% del totale, e l’Europa con 11,2 milioni (29.8%) dove si registra un aumento del 6% rispetto il 2011. Le nazioni con le più elevate superfici coltivate sono l’Australia con 12 milioni di ettari, seguita dall’Argentina con 3,6 e dagli Stati Uniti con 2,2. Il primo paese europeo in questa graduatoria è la Spagna (1,6 milioni di ettari) che figura al quinto posto mondiale, seguita dall’Italia al sesto posto con 1,2 milioni. Nel complesso si stima che lo 0.9% delle superfici agricole mondiali sia destinato ad agricoltura biologica; il 2.9% in Australia ed il 2.3% in Europa (5.6% nell’UE) mentre è di poco superiore alla media in America Latina (1.1%). Da tenere presente è che nel mondo vi siano comunque delle ulteriori superfici destinate ad agricoltura biologica, molte delle quali spontanee; altre aree sono rappresentate da foreste, acquacoltura e pascoli non agricoli. Queste estensioni rappresentano più di 31 milioni di ettari, che insieme alle superfici agricole, portano a circa 69 milioni il totale degli ettari coltivati secondo agricoltura biologica. Le superfici mondiali sono costituite per il 63% da prati e pascoli,  il 17% da seminativi di cui i cereali ed i foraggi ne rappresentano la quota più significativa; le colture permanenti come caffè ed olivo pesano per un altro 7%, mentre l’1% è attribuibile ad altre superfici agricole.

Gli agricoltori che hanno scelto la produzione “bio” sono stimati in 1,92 milioni, di cui il 35.5% in Asia, il 30% in Africa, il 16.7% in Europa, il 16.4% in America Latina. Le nazioni con il più elevato numero di aziende biologiche a livello mondiale sono l’India con 600 mila produttori, l’Uganda con circa 190 mila ed il Messico con poco meno di 170 mila; il primo paese europeo in questa graduatoria è l’Italia che si colloca all’ottavo posto con quasi 44 mila operatori. E’ importante notare come circa un terzo delle superfici mondiali destinate ad agricoltura biologica (10,8 milioni di ettari) e più dell’80% dei produttori (1,6 milioni) si trovano in Paesi in via di sviluppo ed in mercati emergenti.

Sul fronte delle vendite, il fatturato mondiale del biologico è stimato a 63,8 miliardi di dollari nel 2012 (circa 50 miliardi di euro) e continua a crescere. Nel 2012 si registra una crescita in tutti i continenti anche se la domanda è concentrata principalmente in Nord America ed in Europa, che insieme rappresentano una notevole quota delle vendite complessive. I paesi che registrano il più elevato fatturato sul mercato interno a livello mondiale sono gli Stati Uniti con 22,6 miliardi di euro, la Germania con 7 miliardi e la Francia con 4 miliardi; l’Italia si colloca al sesto posto dopo Canada e Regno Unito, con un valore pari a quasi 1,9 miliardi di euro (Figura 1.1).

 

Figura 1.1 – Le prime dieci nazioni al mondo per giro d’affari nazionale nel 2012 (in milioni di euro)  Fonte: FIBL-IFOAM

e nazioni come USA, Germania, Francia, Canada, Regno Unito hanno un ruolo importante a livello di fatturato mondiale, i maggiori consumatori di biologico nel mondo sono però rappresentati da paesi come la Svizzera (che detiene il primato mondiale della spesa pro-capite annua “bio” con 189 euro), l’Austria e dai paesi scandinavi; questi stessi paesi eccellono anche per avere una quota elevata del biologico sul totale delle vendite in Europa, in una percentuale che va da oltre il 6 a quasi l’8%.

L’Italia  non si colloca nella primissime posizioni in queste due ultime graduatorie (31 euro pro-capite e quota “bio” sul mercato totale pari all’1.5% nel 2012), ma dal punto di vista dell’export l’Italia risulta essere al primo posto nel mondo (statistica su 41 paesi) per valore dell’export “bio” per un corrispettivo in termini monetari di 1,2 miliardi di euro, seguita dall’Olanda con 783 milioni e dalla Spagna con circa 589.

Da questi dati si evince come il valore del mercato si concentri in gran parte in Nord America ed in Europa, mentre le superfici più ampie non sempre corrispondono alle aree dove si sviluppano i più alti fatturati; per esempio il Nord America rappresenta il 50% del valore del mercato complessivo, a fronte di un suo peso di appena l’8% in termini di superfici. Al contrario in continenti come Asia, Oceania e America Latina la quota delle superfici è di gran lunga più elevata rispetto a quella del mercato. Questo dipende da un forte orientamento all’export di molti continenti verso le aree a maggior domanda come Nord America ed Europa; inoltre in continenti come l’Oceania il biologico è rappresentato per la maggior parte da pascoli e prati, che hanno uno scarso collegamento con il mercato.

 


© L’acquisto di prodotti alimentari biologici. Analisi di modelli estesi della Teoria del Comportamento Pianificato  – Dott. Filippo Barretta