Corso laurea psicologia Bologna: Conclusioni
Corso laurea psicologia Bologna: Conclusioni
Scopo di questa ricerca è stato cercare di individuare la probabilità con la quale chi si iscrive al Corso di Laurea in Psicologia, riuscirà a portare a termine gli studi universitari. Ho analizzato la predittività a due anni dal test di selezione e, come già sottolineato dalla letteratura esaminata, il voto di diploma si è confermato essere il parametro maggiormente predittivo della performance accademica degli studenti, soprattutto per ciò che riguarda il voto medio ponderato degli esami (media esami ponderata). Questa analisi, ha per evidenziato la necessità di osservare il modo in cui il punteggio della prova di ammissione correla con il successo alle magistrali e con il voto di Laurea, ovvero che sarebbe d’uopo correlare i risultati dei primi anni di studio con indici di successo che non siano così vicini nel tempo.
Nel complesso, i test di ammissione possono venire considerati moderatamente predittivi dell’andamento accademico degli iscritti al Corso di Laurea in Psicologia: per ci che concerne il voto medio conseguito, il totale dei crediti maturati è risultato essere solo moderatamente predittivo, i test maggiormente predittivi dell’andamento dei crediti ottenuti si sono rivelati essere le aree di comprensione di testo italiano e inglese e l’area relativa al metodo scientifico. I test di comprensione linguistica, in particolare, quello relativo alla lingua italiana, non sembrano per essere discriminativi con la quasi totalità dei candidati, che hanno ottenuto il punteggio massimo. Essi hanno, cioè, registrato un effetto soffitto con una distribuzione molto asimmetrica. Al contrario delle prove linguistica e scientifica, i test di ragionamento e problem solving non sono risultati essere predittivi dell’andamento accademico degli studenti. I risultati potrebbero dipendere da fattori esterni quali la tipologia di esami compresi nel curriculum e affrontati nei primi due anni di corso o l’utilizzo di strumenti troppo specifici, o, come è più ipotizzabile, una non adeguata formulazione delle prove di ragionamento logico nei due anni presi in considerazione. Suggeriamo, quindi, di aumentare il livello di complessità delle aree Italiano e Inglese e invitiamo a riconsiderare le prove di ragionamento e problem solving con altre più accurate, prendendo in considerazione test alternativi come le sequenze numeriche o le prove logiche. Anche i test relativi all’area culturale si sono rivelati essere per nulla predittivi e, per questa ragione, si è deciso di escluderli dal set di test di ingresso formulati per l’anno accademico 2014/2015.
Infine, per lo scopo del test, non è stato considerato il tipo di scuola di provenienza degli studenti, dato che potrebbe incidere significativamente sulla performance accademica. Si sottolinea, dunque, la necessità di condurre queste analisi ogni anno, apportando le modifiche consigliate, così da monitorare l’efficacia dei test somministrati.
A maggio 2014, il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini, ha proposto una riforma che prevede di abolire il test di ingresso al corso di studi in Medicina, sostituendolo con un accesso libero delle matricole. Il ministero punta ad un orientamento delle scuole allo scopo di far partire una rivisitazione organica di tutto il comparto dei corsi che precedono l’avvio dell’anno accademico. Con la nuova riforma, gli studenti verranno misurati e selezionati sia in base a esami e curriculum che ad uno sbarramento selettivo ai primi sei mesi o anno di Università. L’accesso a medicina sarà diviso in due parti: la prima consiste in un test attitudinale, psico-orientativo, che si svolgerà nel mese di febbraio dell’ultimo anno di scuole superiori, non sarà vincolante ma consentirà di riconoscere chi davvero abbia inclinazione alla materia. La vera e propria selezione è calcolata, invece, per la fine del primo o del secondo anno di medicina.
Prevista per il 2015, le difficoltà organizzative, la complessità nell’individuare un sistema di valutazione alternativo ed il no dei Rettori ad un accesso aperto a tutti senza avere il tempo di riorganizzare le aule e rifinanziare i corsi di studio, hanno fatto prendere al MIUR la decisione di rimandare l’abolizione del test di ingresso e la sua riforma al 2016. Anche per non mettere a rischio la qualità del primo anno di corso di Medicina italiano che, rapportato ai ranking internazionali, è secondo solo alla Francia.
Probabilmente di nuovo ad aprile, nel 2015, quindi, chi vorrà iscriversi al corso di studi in Medicina dovrà ancora una volta superare l’esame di ammissione, prova che, per , sarà diversa rispetto a quelle degli anni precedenti. Il MIUR ha infatti allo studio un modello che non prevede le 60 domande del vecchio test, considerato un sistema che non coglie il livello di preparazione culturale specifica e non rispetta i principi di diritto allo studio e meritocrazia.
Quella del 2016 sarà, per , anche la riforma delle Scuole di Specializzazione Medica per le quali è prevista una esemplificazione delle prove di accesso, garantendo comunque solo agli studenti migliori, di scegliere la scuola e la sede da frequentare.
© I predittori della performance accademica – Laura Foschi