Confronti nei punteggi del benessere soggettivo PANAS
Confronti nei punteggi del benessere soggettivo (PANAS)
1) La prima analisi ha lo scopo di valutare le differenze nei punteggi alla scala dell’affetto positivo (PA), del PANAS, fra repressori e non repressori, condizione di sano o malato, e maschi e femmine, utilizzando come covariate l’età e gli anni d’istruzione.
Il sottocampione a cui si fa riferimento in questa analisi è composto da 215 soggetti, di cui 132 femmine (61,4%) e 83 maschi (38,6%).
La prima assunzione è rispettata, per cui la media dei residui della variabili dipendente è = a 0 e i valori dell’asimmetria e della curtosi sono entrambi compresi tra –1 e +1 (Skewness= – 0,3; Kurtosi= – 0,02); questo indica che la distribuzione è simile ad una curva normale.
La seconda assunzione risulta rispettata, per cui la varianza dei gruppi è omogenea (test di Levene, p = 0,255).
La prima assunzione di ANCOVA non risulta rispettata (r = -0,08 tra età e PANAS-P; r = 0,102 tra scolarizzazione e PANAS-P, p > 0,05); questo significa che non c’è relazione tra affetto positivo, misurato con la PANAS, e l’età e la scolarizzazione.
La variabilità nei punteggi del benessere psicologico è, quindi, indipendente dalle due covariate.
Ho proceduto quindi utilizzando ANOVA, senza le covariate.
Riporto ora la tabella delle statistiche descrittive e del test Omnibus F:
Tabella 13.
Osservando la tabella delle statistiche descrittive emerge che chi adotta uno stile repressore riporta un punteggio più alto alla scala dell’affetto positivo, rispetto ai non repressori.
Inoltre i soggetti maschi riportano punteggi maggiori rispetto alle femmine.
Per valutare se queste differenze sono significative, ho osservato i risultati del test Omnibus F:
Tabella 14.
L’effetto dell’interazione tra le variabili indipendenti non risulta significativo (p > 0,05).
Dalla tabella risulta che l’effetto dello STILE è significativo: F(2,210) = 6,102; p 0,003; lo stile repressore influenza, quindi, in maniera significativa i punteggi alla scala dell’affetto positivo del PANAS.
L’effetto del SESSO non è significativo: F(1,210) = 3,23; p = 0,074; di conseguenza la variabile sesso non influenza in maniera significativa i punteggi alla scala.
In conclusione lo stile influenza significativamente i punteggi alla scala dell’affetto positivo; nello specifico chi possiede uno stile repressore ottiene un punteggio più alto.
2) La seconda analisi ha lo scopo di valutare le differenze nei punteggi alla scala dell’affetto negativo (NA), del PANAS, fra repressori e non repressori, condizione di sano o malato, e maschi e femmine, utilizzando come covariata l’età e gli anni d’istruzione.
Il sottocampione a cui si fa riferimento in questa analisi è composto da 215 soggetti, di cui 132 femmine (61,4%) e 83 maschi (38,6%).
La prima assunzione è rispettata, per cui la media dei residui della variabili dipendente è = a 0 e i valori dell’asimmetria e della curtosi sono entrambi compresi tra –1 e +1 (Skewness= 0,502; Kurtosi= – 0,006); questo indica che la distribuzione è simile ad una curva normale.
La seconda assunzione risulta rispettata, per cui la varianza dei gruppi è omogenea (test di Levene, p = 0,132).
La prima assunzione di ANCOVA non risulta rispettata (r = 0,069 tra età e PANAS-N; r = -0,008 tra scolarità e PANAS-N, p > 0,05); questo significa che non c’è relazione tra affetto negativo, misurato con la PANAS, e l’età e la scolarizzazione. La variabilità nei punteggi del benessere psicologico è, quindi, indipendente dalle due covariate.
Ho proceduto quindi utilizzando ANOVA, senza le covariate.
Riporto ora la tabella delle statistiche descrittive e del test Omnibus F:
Tabella 15.
Osservando la tabella delle statistiche descrittive, emerge che chi adotta uno stile repressore riporta un punteggio più basso alla scala dell’affetto negativo rispetto ai non repressori.
Inoltre i soggetti maschi riportano punteggi più bassi rispetto alle femmine.
Per valutare se queste differenze sono significative, ho osservato i risultati del test Omnibus F:
Tabella 16.
L’effetto dell’interazione tra le variabili indipendenti non risulta significativo (p > 0,05).
Dalla tabella risulta che l’effetto dello STILE è significativo: F(2,210) = 6,555; p = 0,002; lo stile repressore influenza, quindi, in maniera significativa i punteggi alla scala dell’affetto negativo, rispetto ai non repressori.
L’effetto del SESSO risulta significativo: F(1,210) = 6,163; p = 0,014; di conseguenza la variabile sesso influenza in maniera significativa i punteggi alla scala.
In conclusione, lo stile e l’età influenzano significativamente i punteggi alla scala dell’affetto negativo del PANAS; nello specifico chi adotta uno stile repressore ottiene un punteggio più basso, così come i soggetti di sesso maschile.
© Stile repressore e benessere – Margherita Monti