Confronti nei punteggi del benessere psicologico (PWBS)
1) La prima analisi ha lo scopo di valutare le differenze nei punteggi alla sottoscala dell’AUTONOMIA della PWBS fra repressori e non repressori, condizione di sano o malato e maschi e femmine, utilizzando come covariata l’età e gli anni d’istruzione.
Il sottocampione a cui si fa riferimento in questa analisi è composto da 128 soggetti, di cui 76 femmine (59,4%) e 52 maschi (40,6%).
La prima assunzione non è rispettata: la media dei residui della variabili dipendente è = a 0, il valore dell’asimmetria è compreso tra –1 e +1 (Skewness= – 0,670), ma il valore della Kurtosi non è compreso tra –1 e +1 (Kurtosi= 1,040).
Non ho potuto quindi procedere con l’analisi.
2) La seconda analisi ha lo scopo di valutare le differenze nei punteggi alla sottoscala dell’AUTOACCETTAZIONE della PWBS fra repressori e non repressori, condizione di sano o malato e maschi e femmine, utilizzando come covariata l’età e gli anni d’istruzione.
Il sottocampione a cui si fa riferimento in questa analisi è composto da 128 soggetti, di cui 76 femmine (59,4%) e 52 maschi (40,6%).
La prima assunzione è rispettata, per cui la media dei residui della variabili dipendente è = a 0 e i valori dell’asimmetria e della curtosi sono entrambi compresi tra –1 e +1 (Skewness= – 0,411; Kurtosi= 0,388); questo indica che la distribuzione è simile ad una curva normale.
La seconda assunzione risulta rispettata, per cui la varianza dei gruppi è omogenea (test di Levene, p = 0,057).
La prima assunzione di ANCOVA non risulta rispettata (r = -0,068 tra età e AUTOACCETTAZIONE; r = 0,150 tra scolarizzazione e AUTOACCETTAZIONE, p > 0,05); questo significa che non c’è relazione tra autoaccettazione, misurata con la PWBS, e l’età e la scolarizzazione. La variabilità nei punteggi dell’autoaccettazione è, quindi, indipendente dalle due covariate.
Ho proceduto quindi utilizzando ANOVA senza le covariate.
Riporto di seguito la tabella delle statistiche descrittive e del test Omnibus F:
Tabella 19.
Osservando la tabella delle statistiche descrittive, emerge che chi adotta uno stile repressore riporta un punteggio più alto alla sottoscala dell’autoaccettazione, rispetto ai non repressori. Inoltre i soggetti maschi riportano punteggi più alti rispetto alle femmine. Per valutare se queste differenze sono significative, ho osservato i risultati del test Omnibus F:
Tabella 20.
Dalla tabella risulta che l’effetto dell’interazione tra le variabili indipendenti risulta non significativo (p > 0,05), pertanto gli effetti delle variabili indipendenti sono indipendenti fra loro.
L’effetto dello STILE è significativo: F(1,124) = 7,945; p < 0,05; lo stile repressore influenza, quindi, in maniera significativa i punteggi alla sottoscala dell’autoaccettazione del PWBS.
L’effetto del SESSO non è significativo: F(1,124) = 0,858; p = 0,356; di conseguenza la variabile sesso non influenza in maniera significativa i punteggi alla sottoscala dell’autoaccettazione.
In conclusione lo stile ha un’influenza sui punteggi alla scala; nello specifico, chi adotta uno stile repressore ottiene un punteggio maggiore alla sottoscala dell’autoaccettazione del PWBS.
3) La terza analisi ha lo scopo di valutare le differenze nei punteggi alla sottoscala della CRESCITA PERSONALE della PWBS fra repressori e non repressori, condizione di sano o malato e maschi e femmine, utilizzando come covariata l’età e gli anni d’istruzione.
Il sottocampione a cui si fa riferimento in questa analisi è composto da 128 soggetti, di cui 76 femmine (59,4%) e 52 maschi (40,6%).
La prima assunzione è rispettata, per cui la media dei residui della variabili dipendente è = a 0 e i valori dell’asimmetria e della curtosi sono entrambi compresi tra –1 e +1 (Skewness= – 0,285; Kurtosi= 0,251); questo indica che la distribuzione è simile ad una curva normale.
La seconda assunzione risulta rispettata, per cui la varianza dei gruppi è omogenea (test di Levene, p = 0,148).
La prima assunzione di ANCOVA risulta rispettata (r = 0,001 tra età e CRESCITA PERSONALE; r = 0,001 tra scolarizzazione e CRESCITA PERSONALE, p < 0,0001); questo significa che c’è una relazione tra crescita personale, misurata con la PWBS, e l’età e la scolarizzazione.
La seconda assunzione di ANCOVA risulta rispettata, ovvero non c’è interazione tra le variabili indipendenti e le covariate (p > 0,05).
Ho potuto quindi procedere con ANCOVA utilizzando le covariate.
Riporto di seguito la tabella delle statistiche descrittive e del test Omnibus F:
Tabella 21.
Osservando la tabella delle statistiche descrittive, emerge che chi adotta uno stile repressore riporta un punteggio più alto alla sottoscala della crescita personale, rispetto ai non repressori. Inoltre i soggetti maschi riportano punteggi più alti rispetto alle femmine. Per valutare se queste differenze sono significative, ho osservato i risultati del test Omnibus F:
Tabella 22.
Dalla tabella risulta che l’effetto dell’interazione tra le variabili indipendenti non è significativo (p > 0,05), pertanto gli effetti delle variabili indipendenti sono indipendenti fra loro.
L’effetto dello STILE non è significativo: F(1,123) = 2,526; p = 0,115; lo stile repressore non influenza, quindi, in maniera significativa i punteggi alla sottoscala della crescita personale del PWBS.
L’effetto del SESSO non è significativo: F(1,123) = 0,315; p = 0,576; di conseguenza la variabile sesso non influenza in maniera significativa i punteggi alla sottoscala della crescita personale.
L’effetto delle covariate ETÁ e SCOLARIZZAZIONE risulta significativo (p < 0,05).
In conclusione lo stile e il sesso non influenzano i punteggi alla scala, mentre le covariate età e scolarizzazione hanno un effetto significativo.
4) La quarta analisi ha lo scopo di valutare le differenze nei punteggi alla sottoscala della PADRONANZA AMBIENTALE della PWBS fra repressori e non repressori, condizione di sano o malato e maschi e femmine, utilizzando come covariata l’età e gli anni d’istruzione.
Il sottocampione a cui si fa riferimento in questa analisi è composto da 128 soggetti, di cui 76 femmine (59,4%) e 52 maschi (40,6%).
La prima assunzione è rispettata, per cui la media dei residui della variabili dipendente è = a 0 e i valori dell’asimmetria e della curtosi sono entrambi compresi tra –1 e +1 (Skewness= – 0,341; Kurtosi= -0,092); questo indica che la distribuzione è simile ad una curva normale.
La seconda assunzione risulta rispettata, per cui la varianza dei gruppi è omogenea (test di Levene, p = 0,184).
La prima assunzione di ANCOVA risulta rispettata (r = 0,032 tra età e PADRONANZA AMBIENTALE; r = 0,002 tra scolarizzazione e PADRONANZA AMBIENTALE, p < 0,05); questo significa che c’è una relazione tra padronanza ambientale, misurata con la PWBS, e l’età e la scolarizzazione.
La seconda assunzione di ANCOVA risulta rispettata, ovvero non c’è interazione tra le variabili indipendenti e le covariate (p > 0,05).
Ho potuto quindi procedere con ANCOVA utilizzando le covariate.
Riporto di seguito la tabella delle statistiche descrittive e del test Omnibus F:
Tabella 23.
Osservando la tabella delle statistiche descrittive, emerge che chi adotta uno stile repressore riporta un punteggio più alto alla sottoscala della padronanza ambientale, rispetto ai non repressori. Inoltre le femmine riportano punteggi più alti rispetto ai maschi. Per valutare se queste differenze sono significative, ho osservato i risultati del test Omnibus F:
Tabella 24.
Dalla tabella risulta che l’effetto dell’interazione tra le variabili indipendenti risulta non significativo (p > 0,05), pertanto gli effetti delle variabili indipendenti sono indipendenti fra loro.
L’effetto dello STILE è significativo: F(1,123) = 12,336; p = 0,001; lo stile repressore influenza, quindi, in maniera significativa i punteggi alla sottoscala della padronanza ambientale del PWBS.
L’effetto del SESSO non è significativo: F(1,123) = 0,341; p = 0,560; di conseguenza la variabile sesso non influenza in maniera significativa i punteggi alla sottoscala della padronanza ambientale.
L’effetto delle covariate ETÁ non risulta significativo (p > 0,05), mentre l’effetto della SCOLARIZZAZIONE risulta significativo (p < 0,05).
In conclusione lo stile e la covariata “scolarizzazione” influenzano significativamente i punteggi alla sottoscala della padronanza ambientale del PWBS.
Riporto qui sotto la tabella delle medie marginali attese, ovvero le stime delle Medie corrette in base all’effetto della covariata.
Tabella 25.
Le Medie marginali attese indicano punteggi inferiori nella V.D. del gruppo dei non repressori rispetto al gruppo dei repressori, indipendentemente dall’influenza della covariata.
5) La quinta analisi ha lo scopo di valutare le differenze nei punteggi alla sottoscala delle RELAZIONI POSITIVE della PWBS fra repressori e non repressori, condizione di sano o malato e maschi e femmine, utilizzando come covariata l’età e gli anni d’istruzione.
Il sottocampione a cui si fa riferimento in questa analisi è composto da 128 soggetti, di cui 76 femmine (59,4%) e 52 maschi (40,6%).
La prima assunzione è rispettata, per cui la media dei residui della variabili dipendente è = a 0 e i valori dell’asimmetria e della curtosi sono entrambi compresi tra –1 e +1 (Skewness= – 0,410; Kurtosi= -0,502); questo indica che la distribuzione è simile ad una curva normale.
La seconda assunzione risulta rispettata, per cui la varianza dei gruppi è omogenea (test di Levene, p = 0,650).
La prima assunzione di ANCOVA risulta rispettata (r = 0,016 tra età e RELAZIONI POSITIVE; r = 0,011 tra scolarizzazione e RELAZIONI POSTIVE, p < 0,05); questo significa che c’è una relazione tra relazioni positive , misurata con la PWBS, e l’età e la scolarizzazione.
La seconda assunzione di ANCOVA risulta rispettata, ovvero non c’è interazione tra le variabili indipendenti e le covariate (p > 0,05).
Ho potuto quindi procedere con ANCOVA utilizzando le covariate.
Riporto di seguito la tabella delle statistiche descrittive e del test Omnibus F:
Tabella 26.
Osservando la tabella delle statistiche descrittive, emerge che chi adotta uno stile repressore riporta un punteggio più alto alla sottoscala della padronanza ambientale, rispetto ai non repressori. Inoltre le femmine riportano punteggi più alti rispetto ai maschi. Per valutare se queste differenze sono significative, ho osservato i risultati del test Omnibus F:
Tabella 27
Dalla tabella risulta che l’effetto dell’interazione tra le variabili indipendenti risulta non significativo (p > 0,05), pertanto gli effetti delle variabili indipendenti sono indipendenti fra loro.
L’effetto dello STILE è significativo: F(1,123) = 6,887; p = 0,010; lo stile repressore influenza, quindi, in maniera significativa i punteggi alla sottoscala delle relazioni positive del PWBS.
L’effetto del SESSO non è significativo: F(1,123) = 0,448; p = 0,505; di conseguenza la variabile sesso non influenza in maniera significativa i punteggi alla sottoscala delle relazioni positive .
L’effetto delle covariate ETÁ e SCOLARIZZAZIONE non risulta significativo (p > 0,05), In conclusione lo stile influenza significativamente i punteggi alla sottoscala delle relazioni positive del PWBS, nello specifico chi adotta uno stile repressore.
6) La sesta analisi ha lo scopo di valutare le differenze nei punteggi alla sottoscala dello SCOPO DI VITA della PWBS fra repressori e non repressori, condizione di sano o malato e maschi e femmine, utilizzando come covariata l’età e gli anni d’istruzione.
Il sottocampione a cui si fa riferimento in questa analisi è composto da 128 soggetti, di cui 76 femmine (59,4%) e 52 maschi (40,6%).
La prima assunzione è rispettata, per cui la media dei residui della variabili dipendente è = a 0 e i valori dell’asimmetria e della curtosi sonoentrambi compresi tra –1 e +1 (Skewness= – 0,425; Kurtosi= -0,194); questo indica che la distribuzione è simile ad una curva normale.
La seconda assunzione non risulta rispettata, per cui la varianza dei gruppi non è omogenea (test di Levene, p < 0,05).
Ho verificato la seconda assunzione solo con lo stile, ma il test di Levene non risultava rispettato (test di Levene, p < 0,05); ho verificato allora l’assunzione solo col sesso e risulta rispettata (test di Levene, p = 0,448).
Ho proceduto poi verificando la seconda assunzione di ANOVA con i due sottogruppi repressori e non repressori: per i primi non risulta rispettata ( p < 0,05), mentre per i non repressori risulta rispettata (test di Levene, p = 0,886).
Le mie analisi hanno quindi solo coinvolto il gruppo dei non repressori.
La prima assunzione di ANCOVA risulta rispettata (r = 0,022 tra età e SCOPO DI VITA; r < 0,0001 tra scolarizzazione e SCOPO DI VITA, p < 0,05); questo significa che c’è una relazione tra scopo di vita, misurata con la PWBS, e l’età e la scolarizzazione.
La seconda assunzione di ANCOVA risulta rispettata, ovvero non c’è interazione tra le variabili indipendenti e le covariate (p > 0,05).
Ho potuto quindi procedere con ANCOVA utilizzando le covariate.
Riporto di seguito la tabella delle statistiche descrittive e del test Omnibus F:
Tabella 28.
Osservando la tabella delle statistiche descrittive, emerge che i maschi hanno un punteggio più alto alla sottoscala.
Per valutare se queste differenze sono significative, ho osservato i risultati del test Omnibus F:
Tabella 29.
L’effetto del SESSO non è significativo: F(1,102) = 0,068; p = 0,794; di conseguenza la variabile sesso non influenza in maniera significativa i punteggi alla sottoscala dello scopo di vita.
L’effetto delle covariate ETÁ non risulta significativo (p > 0,05).
L’effetto della covariata SCOLARIZZAZIONE risulta significativo (p = 0,10).
In conclusione solo la covariata “scolarizzazione” influenza significativamente i punteggi alla sottoscala dello scopo di vita del PWBS.
© Stile repressore e benessere – Margherita Monti