News: Corso Accreditato Ferrara

Quello che non mi dici

 

La credibilità attraverso l’analisi della comunicazione Non Verbale

Tecniche per scoprire le reali intenzioni dell’altro nella mediazione civile e nella cross-examination

Corso accreditato per Avvocati: 6 crediti totali

 Martedì 09 Dicembre 2014 – Hotel Orologio, Via Darsena 67 – FERRARA

 boccadellaveità

Evento accreditato da parte del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Ferrara

per un totale di n. 6 crediti formativi

Fonte: Studio Castello Borgia

L’Analisi della Comunicazione Non verbale è lo strumento principe per la comprensione dell’altro.

Nella comunicazione, siamo culturalmente allenati ad ascoltare esclusivamente le parole, sebbene il 93% dell’efficacia e dei contenuti di un messaggio passi tramite le componenti non verbali della comunicazione (gestualità, mimica e prossemica), e paraverbali (tono, ritmo e timbro della voce). La comunicazione non verbale è tanto rivelatrice delle reali intenzioni del nostro interlocutore quanto trascurata. Tramite l’analisi delle incongruenze tra linguaggio verbale e il non verbale, è possibile identificare se il nostro interlocutore mente o afferma la verità.

La ricerca sulla menzogna è concorde sul fatto che mentire è un’attività cognitivamente ed emotivamente impegnativa, i correlati neurofisiologici, psicologici ed emozionali della menzogna, spesso, producono indizi di falso, verbali e non verbali, osservabili mediante particolari tecniche di analisi della comunicazione sia verbale, sia non verbale

Obiettivo di questo corso è lo sviluppo delle tecniche di Analisi della Comunicazione Non Verbale e la loro applicazione nella vita pratica.

In questo corso verranno affrontate le tecniche di Analisi della Comunicazione Non Verbale e la loro applicazione nei contesti giuridico-forensi come la mediazione civile, la cross-examination, ma anche lo studio e l’analisi della comunicazione della controparte.

Obiettivi del corso:

–    Acquisire tecniche di analisi della comunicazione verbale e non verbale

–    Migliorare la comprensione delle controparti nella mediazione civile facilitandone così l’accordo

–    Verificare le reali intenzioni della controparte e dei clienti

–    Verificare l’attendibilità dell’imputato e/o del testimone

Programma

Modulo – Riconoscere il falso dal linguaggio del corpo.

1.    La comunicazione non verbale nelle professioni forensi

2.    Struttura e tipi di menzogna

3.    Il significato della gestualità

4.    La decodifica dei movimenti oculari (LEM)

5.    Scoprire le intenzioni altrui dall’analisi della voce

6.    Indizi di falso e indizi rivelatori nella gestualità:

– Gesti illustratori e manipolatori

    – Incongruenze

    – Timing

    – Asimmetrie

    – Emblemi

7.    Indizi di falso e sistema neurovegetativo

8.    Indizi di falso nella voce

9.    Esercitazioni pratiche e analisi di casi reali:

a.    visione filmati di interviste

b.    visione di deposizioni di imputati e testimoni in udienza

c.    analisi dell’attendibilità delle deposizioni attraverso l’analisi della comunicazione non verbale

Docente: Dr. Andrea Castello

Modulo – Riconoscere il falso dalle microespressioni facciali

10.    Codifica e decodifica delle microespressioni facciali

11.    Facial Action Coding System (FACS)

12.    Riconoscere le emozioni tramite l’analisi delle microespressioni facciali

13.    Riconoscere il falso tramite il sistema FACS

14.    Esercitazioni pratiche, simulazioni legate alla mediazione civile e analisi di casi reali

a.    visione filmati di interviste

b.    visione di deposizioni di imputati e testimoni in udienza

c.    analisi dell’attendibilità delle deposizioni attraverso l’analisi della comunicazione non verbale

Docente: Dr. Andrea Castello

Modulo – Riconoscere il falso dalle forme linguistiche. Come far emergere il falso.

15.    Verificare le reali intenzioni della controparte

16.    Forme linguistiche e indizi di falso

17.    Criteria Based Content Analysis (CBCA)

a.    Tecnica di analisi del contenuto verbale nelle dichiarazioni fornite da testimoni e imputati in fase dibattimentale, analisi del contenuto nella mediazione civile

18.    Le domande: come far emergere il falso

19.    Esercitazioni pratiche e analisi di casi reali.

20.    Esercitazioni pratiche, simulazioni legate alla mediazione civile e analisi di casi reali

a.    visione filmati di interviste

b.    visione di deposizioni di imputati e testimoni in udienza

c.    analisi dell’attendibilità delle deposizioni attraverso l’analisi della comunicazione non verbale

Docente: Dr. Andrea Castello

Durata e orario

Una giornata – 10 – 13 pausa pranzo 14 – 17

Strumenti di controllo per l’effettiva partecipazione:

–    Registro presenze

Quota di partecipazione e pagamento

Per l’intero seminario, comprensivo del materiale didattico è di 150 € (incluso IVA).

La quota per la partecipazione al corso andrà accreditata mediante bonifico sul c/c intestato a Studio Castello & A. sas  presso la Deutsche Bank, Agenzia A di Via Corticella n. 3 – Bologna, IBAN – IT17G0310402401000000821306

Modalita’ di iscrizione

Per iscriversi al Corso è necessario inviare copia della scheda di iscrizione per e?mail, completa in ogni sua parte, firmata dal richiedente, allegando copia attestante l’avvenuto pagamento, entro una settimana dalla data del corso. 

Al termine del corso sarà rilasciato un attestato di partecipazione con indicazione della durata e dei crediti formativi, riconosciuti.

 

Scarica un Preview delle slides del corso: Preview

 Scarica il programma: Programma

Scarica il modulo di iscrizione: Modulo iscrizione

Modalità iscrizioni: scaricare e compilare il modulo iscrizione e inviarlo a :info@studiocastello.it

Per eventuali ulteriori informazioni: info@studiocastello.it

Per informazioni contattare il Dr. Andrea Castello

a.castello@studiocastello.it – 3474526318

 

 

News: Corso comunicazione persuasiva Ravenna

LA COMUNICAZIONE PERSUASIVA

I fondamenti della persuasione nella professione forense

Corso accreditato  dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Ravenna con n.3 crediti formativi.

 

 Ravenna, 19 Settembre 2014

 

 

 

 

 

Fonte: Studio Castello Borgia

La capacità di comunicare efficacemente in qualunque contesto è da sempre una delle più apprezzate e remunerate dagli esseri umani di qualunque cultura. Chiunque rivesta ruoli di Leadership, in qualunque ambito della vita, non può prescindere dall’acquisire tale l’abilità ma in particolar modo ciò è vero per chi svolge professioni, come quella Forense, in cui la capacità di convincere e persuadere a livello emozionale è almeno importante come quella di saper argomentare in maniera logica e stringente le proprie ragioni!

La persuasione è l’arte di modificare l’atteggiamento o il comportamento altrui attraverso uno scambio di idee. A differenza di altre maniere di convincimento la persuasione utilizza solamente le parole o il linguaggio del corpo per riuscire a mettere l’interlocutore in uno stato d’animo specifico ….

Obiettivi del corso:

– Acquisire tecniche di analisi della comunicazione verbale e non verbale
– Migliorare le proprie capacità di persuasione
– Migliorare la comunicazione con le controparti nella mediazione civile facilitandone così l’accordo

Programma

Comunicazione persuasiva: etica e manipolazione

Il linguaggio del corpo: quello che la voce non dice
– Analisi e interpretazione del comportamento non verbale

Empatia e comprensione del cliente: la base della comunicazione efficace

– Il rispecchiamento e la guida
– Il rispecchiamento non verbale
– Il rispecchiamento verbale

Modelli e tecniche di persuasione
– La persuasione: definizione, modelli e tecniche
– Persuasione ed etica
– Tecniche di Persuasione:
– Impegno e Coerenza
– Autorità
– Riprova Sociale
– Reciprocità
– Simpatia
– Scarsità

Le tecniche conversazionali persuasive
– Le tecniche conversazionali
– I pattern linguistici persuasivi
– Tecniche di ricalco e guida
– I presupposti (Milton Model)
– La parafrasi
– I truismi
– Le causative
– Le domande che orientano
– Le domande ad illusione di alternativa

Durata e orario

Una giornata – 10 – 13 pausa pranzo 14 – 17

 

Quota di partecipazione:

–         € 150 Incluso IVA

 

 

 

Scarica il programma: Programma

Scarica il modulo di iscrizione: Modulo iscrizione

 

Modalità iscrizioni: scaricare e compilare il modulo iscrizione e inviarlo a :info@studiocastello.it

Per eventuali ulteriori informazioni: info@studiocastello.it

Per informazioni contattare il Dr. Andrea Castello
a.castello@studiocastello.it – 3474526318

 

 

News: Analisi della Comunicazione Non Verbale nelle professioni forensi

Analisi della Comunicazione Non Verbale nelle professioni forensi

Tecniche per scoprire le reali intenzioni dell’altro nella mediazione civile e nella cross-examination

 

Corso accreditato per Avvocati: 12 crediti totali (tutti in deontologia)

 

 Bologna, 13-19-27 Novembre 2013

 boccadellaveità

 

Fonte: Studio Castello Borgia

 

L’Analisi della Comunicazione Non verbale è lo strumento principe per la comprensione dell’altro.

Nella comunicazione, siamo culturalmente allenati ad ascoltare esclusivamente le parole, sebbene il 93% dell’efficacia e dei contenuti di un messaggio passi tramite le componenti non verbali della comunicazione (gestualità, mimica e prossemica), e paraverbali (tono, ritmo e timbro della voce). La comunicazione non verbale è tanto rivelatrice delle reali intenzioni del nostro interlocutore quanto trascurata. Tramite l’analisi delle incongruenze tra linguaggio verbale e il non verbale, è possibile identificare se il nostro interlocutore mente o afferma la verità.

La ricerca sulla menzogna è concorde sul fatto che mentire è un’attività cognitivamente ed emotivamente impegnativa, i correlati neurofisiologici, psicologici ed emozionali della menzogna, spesso, produconoindizi di falso, verbali e non verbali, osservabili mediante particolari tecniche di analisi della comunicazione sia verbale, sia non verbale

Obiettivo di questo corso è lo sviluppo delle tecniche di Analisi della Comunicazione Non Verbale e la loro applicazione nei contesti giuridico-forensi come la mediazione civile, la cross-examination, ma anche lo studio e l’analisi della comunicazione della controparte.

 

Obiettivi del corso:

– Acquisire tecniche di analisi della comunicazione verbale e non verbale

– Migliorare la comprensione delle controparti nella mediazione civile facilitandone così l’accordo

– Verificare le reali intenzioni della controparte e dei clienti

– Verificare l’attendibilità dell’imputato e/o del testimone

 

 

I Modulo – Riconoscere le reali intenzioni del testimone e dell’imputato.

– La comunicazione non verbale nelle professioni forensi

– Il significato della gestualità

– La decodifica dei movimenti oculari (LEM)

– Scoprire le intenzioni altrui dall’analisi della voce

– Analisi di casi reali:

– visione filmati di deposizioni testimoniali in udienza

– visione di deposizioni di imputati in udienza

– analisi dell’attendibilità delle deposizioni attraverso l’analisi della comunicazione non verbale

– Esercitazioni pratiche e simulazioni legate alla mediazione civile

 Docenti: Dr. Andrea Castello e Dr. Igor Vitale

 

II Modulo – Decodificare le intenzioni altrui tramite le microespressioni facciali.

–          Codifica e decodifica delle microespressioni facciali

–          Facial Action Coding System (FACS)

–          Riconoscere le emozioni principali

–          Riconoscere il falso tramite il sistema FACS

–          Analisi di casi reali

–         visione filmati di deposizioni testimoniali in udienza

–         visione di deposizioni di imputati in udienza

–         analisi dell’attendibilità delle deposizioni attraverso le microespressioni facciali

–          Esercitazioni pratiche e simulazioni legate alla mediazione civile

Docente: Dr. Igor Vitale e Dr. Andrea Castello

 

III Modulo – Verificare le reali intenzioni delle controparti nella mediazione civile

– Applicazioni della Comunicazione Non Verbale nella Mediazione Civile

– La decodifica della comunicazione verbale e non verbale

– Criteria Based Content Analysis (CBCA)

– Tecnica di analisi del contenuto verbale delle dichiarazioni fornite da testimoni e imputati in fase dibattimentale,

– Analisi del contenuto nella mediazione civile

– Il metamodello : come costruire le domande di approfondimento e verifica delle dichiarazioni e affermazioni riportate in mediazione civile e nella cross-examination

– Analisi di casi reali

– visione filmati di deposizioni testimoniali in udienza

– visione di deposizioni di imputati in udienza

– Analisi dell’attendibilità delle deposizioni attraverso le forme linguistiche utilizzate

– Esercitazioni pratiche, simulazioni

Docenti: Dr. Igor Vitale e Dr. Andrea Castello

 

Esercitazioni pratiche:

– Esempi tratti dalla vita lavorativa dell’Avvocato

– Simulazioni in aula e analisi del linguaggio non verbale, degli indizi vocali e lessicali

– Analisi di casi reali

– Visione filmati di deposizioni testimoniali in udienza

– Visione di deposizioni di imputati in udienza

– Analisi dell’attendibilità delle deposizioni attraverso tutti gli strumenti acquisiti

– Esercitazioni pratiche, simulazioni di negoziazione con la controparte.

 

Orari dei corsi (a giornata)

–         13-19-27 Novembre 2013 dalle 14,30 alle 18.30

Quota di partecipazione:

–         € 200 + IVA

–         € 160 + IVA per associati alla Camera Civile

Modalità iscrizioni: richiedendo modulo iscrizione  inviando mail a : info@cameracivilebologna.it

Il corso si svolgerà al raggiungimento del numero minimo di 15 partecipanti.

Evento accreditato  dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bologna con n.12 crediti formativi in deontologia.

Per eventuali ulteriori informazioni: info@cameracivilebologna.it

Per informazioni contattare il Dr. Andrea Castello

a.castello@studiocastello.it – 3474526318

 

 

News: Corso su La Programmazione Neuro Linguistica nella pratiche professionali di sostegno

STUDIO CASTELLO in collaborazione con FEDRO – TRAINING & COACHING

PRESENTANO

 

 

LA PROGRAMMAZIONE NEURO LINGUISTICA (PNL) NELLE PRATICHE PROFESSIONALI DI SOSTEGNO

(COACHING-COUNSELLING-PSICOTERAPIA)

 

 

La Neurolinguistica costituisce un vasto serbatoio di linguaggi, modelli e tecniche estremamente efficaci, a disposizione dei professionisti che supportano e favoriscono il cambiamento. Il corso si propone la condivisione e la sperimentazione di questi strumenti nel pieno rispetto delle differenze di approccio delle varie professionalità e scuole di appartenenza. In questo modo ogni partecipante potrà elaborare ed applicare quanto appreso in maniera coerente con il proprio modo di operare.

 

Il corso è aperto a tutti i professionisti delle professioni di aiuto (coach, counselor, medici, psicologi e psicoterapeuti) e agli studenti delle relative discipline.

 

PROGRAMMA: 4 MODULI DELLA DURATA DI 3 GIORNI CIASCUNO

 

MODULO 1. INTRODUZIONE E ALFABETIZZAZIONE

MODULO 2. I LINGUAGGI

MODULO 3. MOTIVAZIONE E CAMBIAMENTO

MODULO 4. TECNICHE DI CAMBIAMENTO IN AMBITO CLINICO *

 

*IL MODULO 4 è RISERVATO A PSICOLOGI E PROFESSIONISTI ABILITATI ALLA PSICOTERAPIA

 

SEDE DEL CORSO: ROMA – VIA DELLA BALDUINA 76 

 

DATE: 

 

MODULO 1. 28-29-30 giugno

MODULO 2. 12-13-14 luglio

MODULO 3. 13-14-15 settembre

MODULO 4. 01- 02-03 novembre

 

 

INVESTIMENTO: 

 

4 MODULI (INTERO PERCORSO) EURO 1.870,00 – PER ISCRIZIONI ENTRO IL 21 GIUGNO EURO 1.750,00

 

MODULO 1.+2. + 3. EURO 1.400,00 – PER ISCRIZIONI ENTRO IL 21 GIUGNO EURO 1.300,00

 

 

MODULO 1.+2. EURO 1.170 – PER ISCRIZIONI ENTRO IL 21 GIUGNO EURO 1.053,00

 

MODULO 3. EURO 585,00 – PER ISCRIZIONI ENTRO IL 31 LUGLIO EURO 526,00

 

MODULO 4. EURO 585,00 – PER ISCRIZIONI ENTRO IL 31 LUGLIO EURO 526,00

 

 

PER ISCRIZIONI E INFORMAZIONI: 

 

info@studiocastello.it 

 

 

News: Corso di formazione sulla menzogna

CORSO DI FORMAZIONE SULLA MENZOGNA

La Menzogna: riconoscerla, interpretarla – Tecniche per riconoscere e far emergere la menzogna

Prossime date

MAGGIO 2013
La Menzogna: riconoscerla, interpretarla – Tecniche per riconoscere e far emergere la menzogna
 
20-27 Maggio 2013 – 4  – Orari: 10-18,30
SedeBologna. NH Hotel De La Gare, Piazza XX Settembre, 2
 
Docenti. Dott. Andrea Castello, Dott. Igor Vitale
Per maggiori informazioni contattaci
Corso accreditato per Avvocati: 12 crediti totali (di cui 3 in deontologia)
La ricerca sulla menzogna è concorde sul fatto che mentire è un’attività cognitivamente ed emotivamente impegnativa, i correlati neurofisiologici, psicologici ed emozionali della menzogna, spesso, producono indizi di falso, verbali e non verbali, osservabili mediante particolari tecniche di osservazione.
Obiettivi del corso
I primi due moduli si propongono di illustrare una serie di tecniche osservative per il riconoscimento della menzogna. Verranno analizzati gli indicatori non verbali prodotti delle microespressioni facciali secondo il metodo Facial Action Coding System (FACS), dalla risposta neurovegetativa, dal linguaggio del corpo in generale e gli indicatori verbali, estratti dalla ricerca su Statement Validity Assessment (SVA) e Criteria Based Content Analysis (CBCA). Nel terzo e nel quarto modulo vengono illustrate le principali modalità per formulare domande di approfondimento finalizzate a mettere in luce il vero e ad avere il maggior numero di informazioni possibili. Il corso alterna spiegazioni teoriche ad esercitazioni pratiche.

 

I Modulo – Riconoscere il falso dal linguaggio del corpo
1. Struttura e tipi di menzogna.
2. Indizi di falso nella gestualità
  • Gesti illustratori e menzogna
  • Gesti manipolatori e menzogna
3. Indizi di falso e sistema neurovegetativo
4. Indizi di falso nella voce
5. Emblemi gestuali
6. Esercitazioni pratiche e analisi di casi reali

 

 II Modulo – Riconoscere il falso dalle microespressioni facciali
7. Codifica e decodifica delle microespressioni facciali
8. Facial Action Coding System (FACS)
9. Riconoscere le emozioni tramite l’analisi delle microespressioni facciali
10. Riconoscere il falso tramite il sistema FACS
11. Esercitazioni pratiche e analisi di casi reali
12. Role playing

 

III Modulo – Riconoscere il falso dalle forme linguistiche. Come far emergere il falso.
13. Forme linguistiche e indizi di falso
14. Criteria Based Content Analysis (CBCA)
15. Il metamodello (PNL)
16. Come far emergere il falso
17. Esercizi di calibrazione
18. Esercitazioni pratiche e analisi di casi reali.
19. Costruzione di un piano di allenamento

 

I docenti
Dott. Andrea Castello – Psicologo – Psicoterapeuta, Associate Trainer in PNL, specializzato in Training Autogeno, Terapia Ipnotica Ericksoniana, comunicazione persuasiva, psicografologia, è stato Direttore Nazionale per il settore Manageriale presso l’ARCOM e consulente tecnico del giudice e perito penale nella categoria Psicologi del Tribunale di Bologna. Presso Studio Castello si occupa di formazione e consulenza aziendale, ha lavorato per Banca Fideuram, Banca Intesa, Caterpillar, San Paolo Invest, Tecnocasa, Banca Fineco, Gabetti, Sociedad Espanola de Psicologia e altre…
Dott. Igor Vitale – dottore con lode in Psicologia Sociale, del Lavoro, della Comunicazione. Specializzato in linguaggio del corpo con certificazione Facial Action Coding System (FACS) di Ekman, Friesen, Hager, (A Human Face, Arizona, AZ), in Counseling Strategico nelle sedi del Centro di Terapia Strategico diretto dal prof. Giorgio Nardone di Arezzo e Verona, si è formato in Tecniche Rapide di Induzione Ipnotica (CIICS, col prof. Regaldo), e Ipnosi Non Verbale (CSR-CNV, col dott. Pacori), ha lavorato presso Conform (Confartigianato Foggia) come Esperto di Selezione, collabora con Studio Castello Borgia.

 

Quota di partecipazione

Quota comprensiva di materiale didattico: 200€ + iva

Sconti e riduzioni per Associati alla Camera Civile di Bologna e studenti: 160€ + iva
I costi sono da intendersi per il corso completo (entrambe le giornate).

Verrà rilasciato un attestato di partecipazione con frequenza minima del 75% delle lezioni.

 

 Per informazioni e  iscrizioni telefonare al Dott. Andrea Castello 347 4526318

 

Eventi passati
09-10-15-16 Aprile 2013 – Corso di formazione sulla menzogna, Federmanager Bologna.
22-23 Marzo 2013 – Corso di formazione sulla menzogna, c/o Fedro  Roma
20-28 Novembre 2012 – Corso di formazione sulla menzogna, Federmanager Bologna.
05 Luglio 2012 – Corso di formazione sulla menzogna –  Camera Civile di Bologna.
27 Giugno 2012 – Corso di formazione sulla menzogna – I modulo, Camera Civile di Bologna.
18 Maggio 2012 – Corso di formazione sulla menzogna, col dott. Andrea Castello. ITT Cannon Veam, Milano (MI)
30 Marzo 2012 – Corso di formazione sulla menzogna, col dott. Andrea Castello. Hotel City, Bologna.
24 Febbraio 2012 – Corso di formazione sulla menzogna, col dott. Andrea Castello. Hotel City, Bologna.

 

News: La sindrome ansioso depressiva giustifica l’assenza da casa nelle ore di reperibilità-151210

Corte di Cassazione Sez. Lavoro – Sent. del 21.10.2010, n. 21621

La sindrome ansiono depressiva giustifica l’assenza da casa nelle ore di reperibilità, chi soffre di tale "stato patologico" non è obbligato alla reperibilità.

La Corte di Cassazione, Sezione Lavoro con la sentenza nr. 21621  del 21 ottobre 2010 ha stabilito che la sindrome ansioso depressiva rappresenta uno stato patologico importante e particolare tale da giustificare il fatto che il lavoratore malato non si trovi a casa nelle ore di reperibilità, per tale motivo, il datore di lavoro non può utilizzare questa motivazione (la mancata presenza nelle ore di riperibilità) per il licenziamento.

La sentenza stabilisce che una ditta di Taranto non poteva licenziatare la sua dipendente in malattia per sindrome ansioso-depressiva perché non trovata a casa per il primo controllo del medico fiscale.

Tale giudizio era già stato formulato dalla Corte di appello di Lecce con sentenza del 1 giugno 2007, la quale riteneva che:

  • … tale assenza era giustificata sia dalla natura della patologia da cui l’appellata era affetta (sindrome depressiva ansiosa), sia dalla necessità sopravvenuta di rivolgersi al suo sanitario di fiducia, per l’insorgere improvviso – documentalmente provato – di un evento morboso diverso da quello prima diagnosticato;

 

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dal Datore di lavoro e confermato il reintegro della dipendente con queste ragioni:

 

  • … per quanto riguarda l’ assenza da casa  in orario di reperibilità la Corte accoglie le ragioni della signora che si era giustificata dichiarando di dover essere andata dal medico per un disturbo urgente sopravvenuto … 

  •     …. la società ricorrente ha trascurato la gravità dello stato patologico a carico a carico della C. e le sue manifestazioni … tutte richiedenti specifici trattamenti terapeutici anche urgenti … 

  • … ribadendo che , come altre volte già deliberato  ”in casi simili, per giustificare l’obbligo di reperibilità in determinati orari, non è richiesta l’assoluta indifferibilità della prestazione sanitaria da effettuare, ma è sufficiente un serio e fondato motivo che giustifichi l’allontanamento dal proprio domicilio”….

In conclusione, una volta escluso che possano ritenersi sussistenti le condizioni individuate dalla giurisprudenza, al fine di considerare gravemente inadempiente la condotta complessiva del lavoratore che si allontani dal luogo in cui questi deve trascorrere il periodo di malattia, appare condivisibile il giudizio espresso dalla Corte di appello di Lecce, secondo cui la breve assenza della resistente non assume rilevanza in sé e per sé, in mancanza di altri elementi che ne evidenzino l’influenza negativa sia sullo stato di salute, che sull’assetto funzionale del rapporto di lavoro.

Nel mondo del lavoro i rischi psico-sociali stanno assumendo sempre maggiore importanza, stress lavoro correlato, burnout, valutazione e prevenzione del disagio psico-sociale e mobbing sono termini sempre più presenti e chiedono, alle persone coinvolte (datori di lavoro, dipendenti, RLS, RSPP), un’informazione ed una conoscenza sempre maggiore, adeguata ed all’altezza delle responsabilità richieste per gestire ed affrontare tali rischi ed effettuare una corretta valutazione e mettere in atto efficai azioni preventive.

Corte di cassazione,  sentenza nr. 21621 della Sezione Lavoro (formato PDF)

 

 

News: Strumenti di management il job design

Strumenti di management: il job design

 

Tratto da http://www.manageronline.it/

Scritto da Fabrizio Scatena (17 Marzo 2010)

 

Il job design o progettazione delle mansioni, è uno strumento di management per definire, in modo preciso ed efficace, i profili lavorativi delle persone che operano in aziende o altre organizzazioni

Spendere tempo e denaro nella progettazione di un profilo lavorativo, come si fa in economia per i prodotti, favorirà la produttività dei lavoratori e la qualità delle mansioni svolte.

Inoltre, la motivazione dei singoli lavoratori crescerà, se questi si troveranno a proprio agio con il profilo professionale definito.

Esistono sei condizioni fondamentali da soddisfare o evitare per creare un job design efficace e mirato. Vediamole.

L’ampiezza del profilo lavorativo:

le mansioni devono essere ampie ed impegnare la persona completamente. In questo modo è possibile estrarre il meglio da ogni lavoratore, e portarlo al superamento di limiti frutto di cattive abitudini. Al contrario, un profilo troppo stretto, induce alla noia e alla demotivazione causata dalla ripetitività di poche mansioni, che limitano il potenziale del lavoratore.

La mansione troppo gravosa:

una mansione troppo ampia produrrà un sovraccarico di lavoro ed un elevato livello di stress. È importante capire qual’è il limite oltre il quale il singolo lavoratore non può andare, altrimenti potrebbe ritrovarsi in una condizione negativa demotivante.

Il non-lavoro:

si tratta di quei lavori privi di responsabilità e molto generici (coordinatore o assistente) che inducono spesso chi li ricopre, ad attuare sterili esercizi di potere sulle persone in virtù della posizione ricoperta, che spesso non è collegata chiaramente a obiettivi o responsabilità. (Si pensi al fenomeno del nepotismo presente in tante pubbliche amministrazioni per farsi un idea di questa condizione).

Il multiperson-job:

sono lavori che richiedono una collaborazione molto estesa fra più persone, e che spesso generano situazioni altamente caotiche e di difficile gestione. A volte troppa cooperazione, quando non è strettamente necessaria, può portare a grandi perdite di tempo e sprechi di energie, anche per prendere una semplice decisione. Una condizione ideale, sarebbe quella di assegnare un compito ad una sola persona e alla sua unità organizzativa, ma questo non sempre si verifica.

Compiti ampi e focalizzati su una sola attività:

lavoratori e i professionisti hanno bisogno di concentrazione per raggiungere risultati significativi nel proprio campo. Le mansioni molto generiche, e con dentro un po’ di tutto, risultano inefficaci e costringono chi le esercita a sprecare tempo ed energia con risultati a volte modesti.

Killer Job:

sono i lavori impossibili da realizzare perché devono soddisfare una quantità esagerata di richieste. Questi profili lavorativi sono spesso presenti nelle piccole e medie imprese, dove la carenza di risorse e personale, spinge gli imprenditori a concentrare troppe mansioni in un’unicapersona. Si pensi ad esempio all’unificazione fra marketing e vendita, che di per se sono due attività molto complesse; è infatti difficile svolgere bene entrambe se si praticano contemporaneamente.

Un job design efficace dovrà quindi essere definito partendo da obiettivi chiari, misurabili e raggiungibili con mansioni ampie, coerenti e calibrate sulle persone che se ne assumeranno la responsabilità. Se queste condizioni verranno rispettate sarà possibile raggiungere delle ottime performance.

 

News: La sindrome del precario affligge milioni di italiani e in Lombardia si comincia a correre ai ripari

La sindrome del precario affligge milioni di italiani e in Lombardia si comincia a correre ai ripari

 

Pubblicato da Emanuela Zerbinatti alle 16:40 in Medicina, scienza e comunicazione, Te lo racconto io il lavoro

 

Giusto per ribadire il concetto che se i politici a rischio esclusione elettorale sono sull’orlo di una crisi di nervi, i disoccupati e i precari italiani ci sono dentro fino al collo , è arrivato anche l’allarme lanciato dagli psicologi lombardi secondo cui ben 40 mila loro concittadini soffrirebbero di una nuova sindrome da crisi economica.

 

Stress, ansia, frustrazione, notti in bianco e depressione sono infatti le dirette conseguenze del vivere costantemente in uno stato di incertezza tra contratti di lavoro in scadenza, dubbi sul rinnovo e spettro della disoccupazione all’orizzonte. Una costellazione di sintomi che ha già un nome, "sindrome del precario" e un’estensione epidemica da far invidia al virus dell’influenza suina.

Gli esperti citano dati diffusi nelle scorse settimane dall’assessorato alla Salute del Comune di Milano in cui spiccano 47 mila lavoratori in difficoltà, l’80% dei quali (oltre 37 mila) con già problemi psicologici riconducibili a una sindrome da lavoro precario.

Si tratta di numeri che riportati su scala nazionale diventerebbero a sei cifre. Difficile infatti pensare che fuori dalla Lombardia le cose siano poi tanto diverse. Milioni di connazionali affetti da questa nuova sindrome che rischiano di rimanere anonimi e senza aiuto per la natura stessa del problema che impone di nascondere a se stessi e agli altri la sua esistenza.

A tracciare il loro identikit è Paola Vincinguerra, presidente dell’Eurodap (Associazione europea disturbi da attacchi di panico) e direttrice dell’Uiap (Unità italiana attacchi di panico), parlando di persone che passano le notti in bianco e la mattina arrivano al lavoro con l’ansia e il cuore in fibrillazione perché ogni giorno potrebbe essere l’ultimo e la cattiva notizia può arrivare all’improvviso e da chiunque.

La sospettosità che ne deriva è infatti un altro elemento chiave della sindrome del precario: datori e superiori diventano nemici pronti a colpire e ogni collega è un potenziale traditore. Uffici e fabbriche vengono vissuti come fossero alternativamente campi di battaglia o palcoscenici in cui mettersi in mostra cercando di evitare il peggio. Il capo va accontentato sempre e comunque, ma una volta tornati a casa la rabbia repressa si sfoga. E a farne le spese sono le persone più care, amici e familiari.

E il fisico. Tachicardia, insonnia, tensione, dolori articolari, mal di testa sono infatti i primi sintomi.

Questo il ritratto del tipico precario del 2010, preoccupante soprattutto per il numero di persone a cui fa riferimento e la probabilità che più persone ne soffrano nello stesso luogo di lavoro. Dall’ultimo sondaggio online condotto dall’Eurodap sull’emergenza precarietà – sottolinea la psicologa e psicoterapeuta – è emerso che, "su 300 persone tra 25 e 55 anni, il 70% ha dichiarato di trovare proprio sul posto di lavoro la maggiore fonte di stress. Di questi, il 60% teme i colleghi mentreil 40% si dice completamente assoggettato al capo per paura di essere licenziato".

 

Oggi, insomma, "l’aria che si respira in ogni luogo di lavoro è totalmente artefatta e altamente conflittuale. La paura di perdere il posto dà luogo a dinamiche fortemente competitive, con richieste di prestazioni dei dipendenti da parte dei datori di lavoro che difficilmente possono essere disattese dai lavoratori terrorizzati di perdere la loro fonte di sopravvivenza", riflette Vinciguerra.

 

"La sindrome del precario sta mietendo decine di migliaia vittime – conferma la psicologa – Tra l’altro, dopo l’approvazione del Ddl sul lavoro che contiene norme sull’arbitrato per risolvere le controversie del lavoro stesso, i dipendenti si sentono ancora meno protetti", avverte.

 

"Secondo i dati forniti dall’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro (Ispesl) – ricorda – il mal d’ufficio ha colpito 10 milioni di persone nel nostro Paese, con costi sociali importanti". L’esperta concorda con l’allarme lanciato nei giorni scorsi anche dall’assessorato alla Salute del Comune di Milano: "Si può purtroppo affermare che ormai esiste una vera patologia da lavoro precario a cui è fondamentale dare una risposta, organizzando un programma di prevenzione".

Con questo obiettivo si muove l’Eurodap, che "ha messo a punto un protocollo di ‘Instant Therapy’ di cui le prime tre sedute sono gratuite – precisa la specialista – per aiutare a prevenire i disagi psicologici che si stanno diffondendo troppo velocemente nel nostro Paese".

Anche le Aziende si stanno però attivando, consapevoli, forse, che essere simili a polveriere pronte ad esplodere non aiuta in un momento in cui sarebbe quanto mai utile mantenere la calma per salvaguardare qualità e produzione e sperare di resistere così alla crisi.

 

Da una ricerca Gfk/Eurisko commissionata dall’Ordine lombardo degli psicologi, risulta che nel 2007-2008 il 14% delle aziende lombarde (circa 4 mila) è ricorsa allo psicologo, e che oltre il 20% (6 mila aziende) sarebbe interessato a usufruire delle competenze di questo esperto.

Da qui l’intenzione degli psicologi lombardi di entrare nelle aziende per curare i sintomi del mal di recessione: "Siamo in contatto con l’Associazione lombardia dirigenti aziende industriali (Aldai) – ha spiegato nei giorni scorsi il neo presidente dell’Ordine regionale psicologi, Mauro Grimoldi – e contiamo di arrivare presto a una convenzione".

L’assessore milanese alla Salute, Giampaolo Landi di Chiavenna, ha già annunciato un tavolo con Assolombarda e Unione del commercio per portare davvero lo psicologo in azienda.

Le iniziative restano però fondamentalmente a tutto campo. "A fine marzo – sottolinea Grimoldi – si concluderà l’esperimento dello psicologo di quartiere in farmacia", promosso da Landi insieme all’ex direttivo degli psicologi lombardi. "Entro l’estate avremo i risultati. E’ un progetto che vogliamo riprendere", ma per intercettare il disagio metropolitano "riteniamo necessario intervenire anche nei luoghi più ‘caldi’ come appunto le aziende, le scuole e le discoteche", annuncia il presidente.

Fonte: Adnkronos Salute

 

News: Mal di lavoro- quando in ufficio si vive male

Mal di lavoro: quando in ufficio si vive male

La precarietà sul lavoro aumenta la probabilità di soffrire di malanni psicologici

 

Articolo tratto da: www.borsaitaliana.it

FTAOnline News, Milano, 26 Feb – 12:08

Lo confermano osservazioni italiane e studi provenienti dalla Francia, il diffondersi della flessibilità nel mercato dell’occupazione, quando rende precario il posto di lavoro, porta a una maggiore incidenza di disturbi psicologici.

 

Lo studio transalpino

A testimonianza di quanto detto, una ricerca francese pubblicata sull’organo settimanale dell’Istituto di sorveglianza epidemiologica francese (InVs) dimostra che la depressione ha un’incidenza del 5% superiore tra le lavoratrici assunte “ a termine” rispetto a quanto avviene tra quelle che hanno contratti “sicuri”.

Ricerche in Italia

Sul tema, in Italia, si è esercitato l’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro (Ispesl). Alcune ricerche condotte dall’ente hanno rilevato che nel nostro Paese sono circa 10 milioni le persone colpite dal cosiddetto “mal d’ufficio”. Inoltre, i dati rilasciati dall’Ispesl attestano che quasi la metà degli italiani (43%) è insoddisfatta del proprio lavoro, una condizione, quella dell’insoddisfazione professionale, che facilita l’insorgere di malessere psicofisico, quali insonnia, stress e depressione.

 

Un fenomeno nuovo

Si tratta di un fenomeno tutto nuovo: il mondo del lavoro non era abituato a fare i conti con problemi tali e, invece, adesso si trova a dover fronteggiare quello che in gergo si chiama "IV rischio". Spiega Giovanni Pozzi, psichiatra del Policlinico universitario Gemelli di Roma Giovanni Pozzi ed esperto di Psichiatria occupazionale: "Il primo fattore di rischio sul lavoro è quello fisico, seguono quello chimico e biologico, ma oggi il fattore di rischio cui la popolazione lavorativa è maggiormente esposta è proprio quello psico-sociale, ovvero il IV rischio.

Si paga il prezzo della flessibilità, che è ormai un codice del mercato del lavoro, con un aumento delle incertezze e uno sforzo di adattamento sempre maggiore. È facile che i soggetti più vulnerabili possano ‘scompensarsi’ andando oltre la soglia di resistenza allo stress e presentando, così, primi sintomi di disturbi psichici".

 

Allarme europeo

L’Italia, però, non è l’unico Paese dove si registrano dati allarmanti. Intervenuto ai lavori della giornata dedicata alla promozione della salute sui luoghi di lavoro, l’assessore del Lavoro del Comune di Milano, Giampaolo Landi di Chiavenna, ha sottolineato come il problema sia diffuso anche in Europa: "Le vittime di questa tipologia di stress in Europa sarebbero circa 40 milioni, con un costo per la collettività davvero impressionante. I giorni di lavoro perduti ogni anno sono il 50%, pari a circa 20 miliardi di euro. Come se tutto ciò non bastasse sappiamo che a Milano è ormai diagnosticata anche una vera e propria sindrome da lavoro precario: rimuginare continuamente sul posto che non c’è, o che finirà insieme al contratto a scadenza".

 

 

News: Stress da lavoro, più psicologi nelle aziende

Stress da lavoro, più psicologi nelle aziende

di Marta Bravi


venerdì 19 febbraio 2010, 07:58

Tratto da il www.ilgiornale.it


L’assessore alla Salute del Comune istiturà un tavolo con Assolombarda, Unione del Commercio, Ordine degli psicologi e Manger Italia per potenziare il servizio.

Il 43% dei lavoratori italiani infatti dichiara di non trovarsi bene in ufficio

Si è celebrata ieri la giornata dedicata alla promozione della salute sui luoghi di lavoro. Ma secondo l’Ispesl (Istituto superiore per la sicurezza sul lavoro) il 43% dei lavoratori italiani non sta affatto bene sul posto di lavoro.

Disturbi fisici e psicologici sono in stretta correlazione con la propria attività lavorativa. Il «mal d’ufficio» colpisce oltre 10 milioni di persone per le quali il carico di lavoro (14%) e fenomeni di prepotenza e discriminazione (quasi il 5%) innescano un malessere più profondo. Tra questi, 2 milioni esprimono chiaramente una sfiducia verso il lavoro, diventato una minaccia alla propria salute.

Lo stress si trasforma in malattia: disturbi gastrointestinali, depressione, insonnia.

«Questo è il lato nascosto del lavoro, sempre più competitivo e sempre meno a dimensione d’uomo» il commento dell’assessore alla Salute del comune di Milano Giampaolo Landi di Chiavenna. «I dati dell’istituto superiore non fanno che confermare, purtroppo, i numeri e le percentuali, su scala europea, fornite dall’Inail e che noi denunciamo da tempo: le vittime di questa tipologia di stress in Europa sarebbero circa 40 milioni, con un costo per la collettività davvero impressionante. I giorni di lavoro perduti ogni anno sono il 50%, pari a circa 20 miliardi di euro. Come se tutto ciò non bastasse – aggiunge l’assessore – sappiamo che a Milano è ormai diagnosticata anche una vera e propria sindrome da lavoro precario: rimuginare continuamente sul posto che non c’è, o che finirà insieme al contratto a scadenza; pensare notte e giorno alle incombenze da svolgere in ufficio, per apparire all’altezza del compito e scongiurare così il licenziamento. I sintomi sono sempre gli stessi: insonnia, mal di stomaco, depressione, disistima per se stessi».

Ecco allora che l’assessorato alla salute, sulla scia dello psicologo di quartiere, ha deciso di aprire un tavolo con Assolombarda, Unione del Commercio, Ordine degli Psicologi e Manager Italia per potenziare la presenza degli psicologi all’interno delle aziende. «Nel periodo 2007-2008 solo il 14% delle aziende lombarde si è avvalso di consulenze psicologiche – ha sottolineato Landi di Chiavenna -. Credo che la crisi dovrebbe incoraggiare, e non penalizzare, la tutela della qualità dell’occupazione, compreso il benessere psico-fisico dei dipendenti, fattore determinante nel conseguimento degli obiettivi di risultato e della produttività. Il nostro progetto dello psicologo di quartiere ci ha del resto confermato l’urgenza di ampliare e rendere a volte più accessibili i servizi di assistenza psicologica.