Azioni Vessatorie: Isolamento, Accanimento, Chiusura e Prevaricazione
Azioni Vessatorie: Isolamento, Accanimento, Chiusura e Prevaricazione
Isolamento
L’isolamento ha una frequenza di 53, è una delle forme con cui la persona viene ostracizzata: l’estromissione dalle relazioni sociali che avvengono quotidianamente in ufficio è la forma principale di isolamento, relegando la persona in uffici appartati, lontani dagli ambienti comunitari, talvolta messi a lavorare anche in ambienti poco consoni all’attività professionale.
Eclatante il caso di isolamento presentato in questa quotation, dove il mobbizzato viene isolato non solo dai rapporti con i colleghi ma anche dall’ambiente circostante: si impedisce al vessato di “fuggire” anche solo con lo sguardo.
“Tornato da una pausa pranzo ho constato che la parete a vetri a fianco alla mia scrivania dalla quale ho una vista confortante sulle colline è stata oscurata con dei fogli di stampante ad aghi per impedirmi di fuggire anche con il solo sguardo”
P17 [217:219]
“All’arrivo di circolari esplicative mandate dall’azienda la responsabile si confronta con i colleghi per condividerne l’interpretazione delle disposizioni con gli stessi. Io sono esclusa tassativamente.”
P 14 [170:171]
Nell’accanimento (fr. 27) e nella chiusura (fr. 25) si riscontrano processi avversi ma pur sempre efficaci per denigrare il lavoratore: da una parte vi è il perpetrarsi dell’ostilità, dall’altra l’impossibilità da parte del dipendente di ricevere informazioni o notizie necessarie allo svolgimento del lavoro.
L’accanimento è una forma vessatoria profonda, che, se viene agita in pubblico, comporta umiliazione e frustrazione per la persona presa di mira. È quanto accade anche negli episodi di chiusura, dove l’imbarazzo e l’umiliazione derivano dal fatto che la persona non è al passo con gli altri, che non è aggiornata sulle novità aziendali o sui cambiamenti in atto.
L’accanimento e la chiusura colpiscono da versanti diversi: soffocare verbalmente una persona può, per certi versi, equivalere al mutismo da parte di colleghi e superiori.
Accanimento
“Mi rende ogni giornata lavorativa un inferno, con le sue maniere arroganti, le sue urla, le sue parolacce, le sue offese, il suo modo di discriminarmi davanti a tutti, di cercare ogni pretesto, anche insignificante, per darmi addosso,per stancarmi.”
P 22 [ 64:66]
“Questa è la situazione in cui mi trovo a lavorare, oramai quasi tutti i miei colleghi non hanno più alcuna stima e considerazione di quello che faccio, le mie decisioni vengono continuamente criticate.”
P 18 [55:57]
Chiusura
“Quando però io chiedo il confronto con le persone interessate, lui prende le distanze e rifiuta ogni tipo di confronto. Da allora e’ successo ancora, ogni volta cercava di accreditarmi pettegolezzi o episodi a cui ero estranea e quando chiedevo il confronto con i colleghi che confermavano la mia versione, lui sistematicamente rifiutava il confronto, lasciando cadere la cosa.”
P 26 [32:36]
Prevaricazione
La prevaricazione riporta frequenza 8, si riscontra con quotations che mettono in evidenza un abuso di potere da parte dei superiori che approfittano del loro ruolo per non rispettare le regole e per assegnare compiti degradanti o extraruolo ai propri dipendenti.
Il manager impone il proprio volere ai subalterni, esercitando erroneamente quanto previsto dal proprio ruolo, rischiando in alcuni casi di mostrarsi dittatoriale.
“In più occasioni è emerso che il presidente non svolgeva il ruolo di coordinatore, come previsto dalla convenzione con l’ULSS, ma da dittatore. Lui si è sempre proposto come: “Io qui sono il padrone e faccio quello che voglio! Se ti sta bene così…altrimenti vattene!”.
P 10 [73:75]
“Il lavoro che (non) fa per te”. Il disagio nelle relazioni lavorative: un’indagine psicosociale sul territorio di Venezia – © Maurizio Casanova