Lo Smart working e l’empowerment organizzativo

Lo Smart working e l’empowerment organizzativo

 

Lemergenza Coronavirus ha acceso nuovamente i riflettori sullo smart working o “lavoro agile”. Il suo predecessore, il “telelavoro”, nasce negli anni 70’ durante il  primo shock petrolifero nel quale si ipotizzò la necessità e la convenienza di lavorare da casa per ridurre gli spostamenti, sebbene il suo tramonto, per svariati motivi, non tardò molto ad arrivare (se si considera che nel 2015 la percentuale di lavoratori in telelavoro era pari al 5%) .

In Italia lo smart working è stato introdotto solo nel 2017 con la legge n. 81 al fine di aumentare la competitività delle aziende, potenziando aspetti del welfare tramite la conciliazione vita-lavoro. Ma il “lavoro agile” o  smart working nasce su una logica di benessere psicofisico del lavoratore: infatti rappresenta una vera risorsa esclusivamente se il dipendente ottiene i medesimi risultati che otterrebbe in condizioni usuali o se addirittura li incrementa.

L’ingresso dello smart working si riversa nella pratica manageriale in quanto richiede un’attenta ed accurata partecipazione della funzione HR , implicando lo sviluppo di una nuova cultura del lavoro che vede lo scardinarsi del consueto regime tradizionale delle attività lavorative, degli stereotipi relativi a luoghi e strumenti di lavoro, affacciando così su un panorama di nuovi  processi e nuovi approcci al management.

Esso presuppone  la strutturazione di un frame-work di fiducia, cultura aziendale per obiettivi, competenze professionali, ma anche di  leaders che tengano conto delle dinamiche di gruppo, gestendo attività e persone al di là e nonostante il distacco fisico.

Per tale ragione il “buon leader” dovrebbe essere presente ma non invadente, quindi in accordo all’autonomia lavorativa che è parte integrante del lavoro agile.

In conclusione la situazione d’emergenza dettata dal Covid-19 potrebbe rappresentare il momento per rivedere il gap tra una cultura del lavoro pressoché tradizionale ed una cultura rivoluzionaria che punta al benessere psicofisico del lavoratore  e dunque ad una maggiore efficienza.

Questa crisi deve insegnarci che le persone sono il vero asset delle organizzazioni, che permette loro di superare momenti difficili come quello che stiamo vivendo.” asserisce il Dr. De Carlo.

 


© Lo Smart working e l’empowerment organizzativo – Dr.ssa Federica Sapienza