Il ruolo delle differenze individuali sul benessere e il malessere lavorativo

Il ruolo delle differenze individuali sul benessere e il malessere lavorativo

Le persone e le loro caratteristiche individuali, hanno un ruolo cruciale nella definizione del proprio benessere al lavoro. La tematica risulta ampliamente studiata, molte indagini sono state fatte in merito e sono diversi gli aspetti da considerare nel tentativo di costruire un quadro che metta in luce come tali differenze possano influire significativamente sul lavoro.

Iniziando dalle caratteristiche proprie della personalità del lavoratore, l’instabilità emotiva di alcune persone potrebbe considerarsi un elemento di vulnerabilità alla base dello sviluppo dei sentimenti di esaurimento emotivo tipici del burnout, e dall’ atro canto, la stabilità emotiva può agire come barriera, dando luogo a forme di resistenza che impediscono lo sviluppo del work engagement. Anche altre caratteristiche della personalità sembrano però avere un proprio ruolo sul benessere del singolo. Kobasa, Ouellette & Di Placido, 2001, in Garrosa, Jaimez, Ling & Gonzàlez, 2008, hanno mostrato l’effetto benefico che la personalità definita come Hardy o Hardinees . Questa risulta caratterizzata dalla qualità di credere fortemente in sé stessi, in ciò che si fa (Maddy,1970, in Garrosa et al., 2008) , vedere anche nelle situazioni maggiormente stressanti delle conseguenze positive e avere la percezione di poter intervenire sul corso degli eventi e infine la tendenza a vedere nelle situazioni di cambiamento una possibilità di mettere in gioco sé stessi e le proprie capacità. Relativamente ad esempio al contesto sanitario, lo studio di Garrosa, Moreno , Liang e Gonzàlez ( 2008) su un campione di 473 infermiere di tre ospedali generali di Madrid, ha confermato questo risultato, rilevando come le persone con un alto grado di hardiness, (quindi fortemente coinvolte nel loro lavoro,con un alto senso di controllo e forte sentimento di sfida), dimostrano di essere in minor misura rispetto ai loro colleghi, soggetti a stress dovuto alla sindrome di burnout. Gli autori continuano, enfatizzando l’importanza dei fattori di personalità nella spiegazione della sindrome.

Su questa linea, un’indagine svoltasi in Messico, di Herrera, Viveros e Brizio (2013) analizzando un campione di 129 professionisti tra medici e infermieri, del reparto oncologico ospedaliero, conferma come la personalità resistente mitiga l’effetto del burnout sul lavoro.

Il malessere generato dall’esaurimento, così come lo stato di benessere caratteristico del work engagement, sembrano essere associati a caratteristiche della persona diametralmente opposte. Lo studio di Langelaan, Bakker, Van Doornen e Scaufeli ( 2006) mostra come il burnout risulti caratterizzato oltre, che come già detto in precedenza dall’instabilità emotiva, da bassi livelli di estroversione, al contrario un lavoratore con un alto livello di work engagement mostra un’alta estroversione e stabilità emotiva.

Le differenze individuali sono state indagate anche in termini di autostima, self efficacy e ottimismo, è emerso come sottolineato da Scheufeli e Salanova (2014) che il burnout risulti avere un effetto negativo su tutti questi fattori. Lo stato di esaurimento è collegato, continuano a riportare i due ricercatori, con fattori disposizionali di inattività, come un locus of control esterno, ( cioè la tendenza ad attribuire le cause degli eventi alle situazioni esterne non riconducibili propriamente a se stessi) e strategie di coping di fronte allo stress di tipo passivo.

Totalmente opposta risulta invece la tendenza del work engagmet che risulta riconducibile a fattori  che sottolineano la natura propositiva dei lavoratori (Scheufeli e Salanova, 2014).

Ciò si manifesta in una forte disposizione verso l’obiettivo e in una buona capacità di gestione delle proprie abilità per raggiungere gli alti standard che questi lavoratori tendono ad auto imporsi. Da quanto esplicitato fino ad ora, appare evidente che le peculiarità proprie delle persone hanno un certo peso nel definire lo stato di benessere auspicabile per ogni lavoratore.

Risulta evidente quindi, che nello stato di benessere del lavoratore entrino in gioco un vasto numero di variabili tra le quali le caratteristiche del lavoro che personali assumono un ruolo determinante in questo senso. Tutti questi fattori sono quindi da tenere in considerazione se, come nel presente elaborato, ci si propone di indagare le condizioni che facilitano e sono di ostacolo al raggiungimento di tale stato.

Con questo scopo, nel successivo capitolo verrà presentata una panoramica della tematica del lavoro emozionale, al fine di mostrare come anche la gestione delle emozioni nel contesto lavorativo possa influenzare il malessere e il benessere delle persone.

 

© Il lavoro emozionale in ambito sanitario: effetti sul benessere e il malessere lavorativo – Jessica Capelli