L’esame testimoniale: la strategia delle indagini difensive
L’esame testimoniale: la strategia delle indagini difensive
Su autorizzazione dell’autrice Dott.ssa Chiara Vercellini, tratto da http://www.psicologiagiuridica.com/
La strategia difensiva attuata, era improntata sul cercare di ricostruire l’ambiente familiare dell’imputato, le sue attività, il suo carattere e il suo modo di relazionarsi con gli altri, sia bambini che adulti, al fine di ridimensionare i fatti in oggetto.
L’ipotesi di fondo era che l’accusa fosse nata sia dal fraintendimento degli atteggiamenti dell’uomo, generatosi a causa dei diversi ambienti culturali di provenienza delle persone implicate nella vicenda, sia dai pettegolezzi che ruotavano intorno alla sua figura.
In particolare, le persone che erano entrate in contatto con il “clan” (i nuovi partner) nell’ultimo periodo, sostenevano di aver sempre avuto il sospetto che l’uomo avesse delle tendenze pedofile, a causa del fatto che, in occasione degli incontri e delle feste, trascorreva gran parte del tempo con i bambini, e a causa del suo modo di comportarsi con loro (contatto fisico, ecc).
In più, il suo atteggiamento, molto “aperto”, poteva aver generato delle confusioni, poiché si discostava molto dal modo di comportarsi degli altri adulti, appartenenti e non, al “clan”.
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