La figura del Counselor
Il Counseling è oggi una professione d’aiuto tipica di una società molto mobile e competitiva, e il counselor è la figura esplicativa di tale attività. Si è appena affacciata in Europa e la sua figura è una mediazione tra l’analista psicologo e la persona bisognosa d’aiuto, quindi più vicina all’ambito sociale dove opera e presta la sua attività. Per svolgere la professione di counselor relazionale è necessaria una solida base formativa nel campo delle scienze psicosociali (laurea in: sociologia, psicologia, scienze dell’educazione, pedagogia, servizio sociale) a cui fa seguito di solito un percorso specialistico post-laurea, ad esempio un corretto Master, universitario o in ogni modo erogato da strutture qualificate e riconosciute. Oltre ad un idoneo bagaglio formativo, il counselor ha una buona base di partenza nel campo della “intelligenza emotivo-relazionale”; ad esempio deve essere una persona portata all’empatia, alla obiettività e al relativismo, disponibile a mettersi in discussione ed inoltre cortese, estroversa e con un buon grado di auto-consapevolezza. Studi e approfondimenti, sono però poca cosa di fronte all’esperienza maturata nell’applicare tali conoscenze ogni giorno e farle proprie con uno stile di vita che dimostri la spiccata predisposizione al sociale, con la voglia di aiutare e portare sollievo, senza mirare troppo al materialismo economico che caratterizza troppo spesso persone e strutture rinomate che lavorano in questo campo.
Particolare importante è l’abitudine a non far ricorrere all’utilizzo di farmaci o psicofarmaci le persone. Crediamo fortemente che il semplice “allargare la mente”, far crescere la consapevolezza giorno dopo giorno, possa semplicemente bastare. Per determinati casi però, il ricorrere alle strutture preposte può essere, e deve, la norma comportamentale da seguire.
Chi si rivolge al counselor è orientato alla crescita della propria persona; infatti, la vera rivoluzione della metodologia adottata nei colloqui di counseling è il mettere al centro la persona nel senso più ampio del termine. Alcune definizioni che si riferiscono anche alla cultura orientale, parlano di metodo olistico, comprendendo con ciò il corpo, la mente e la sfera spirituale che ogni uomo possiede.
La figura del counselor nasce intorno agli anni trenta in America e si sviluppa inizialmente nei paesi Anglosassoni prendendo piede come vera e propria professione, approdando in Europa attraverso la Gran Bretagna dove in breve tempo si afferma attraverso ruoli e funzioni ben specificate, se ne manifesta la presenza in molti stati.
In l’Italia, da diversi anni, vede all’opera nel campo sociale, formativo, e delle libere professioni, una nuova personalità che si é formata a quest’indirizzo. Fino agli anni 70 circa non esisteva una specifica definizione di questa competenza, poi vedendo sempre più validi professionisti specializzati operare in settori differenti con competenze da counselor, formati in centri e scuole diverse per indirizzo e metodo seguiti, si è provveduto a declinare il loro profilo professionale specifico.
Il counselor può essere definito come una persona che in un contesto professionale è capace di sostenere in modo adeguato una relazione con un interlocutore tirando fuori il meglio delle sue qualità, operando in relazione stretta col proprio cliente, attraverso un preciso percorso sia razionale che emotivo significativo per il proprio interlocutore.
Il Counselor ha un ruolo definito, non può essere confuso con un semplice consulente, o con un esperto di comunicazione, nè semplicemente un esperto in soluzione di problemi. Oltre ad essere consulente, diviene confidente per la persona, attraverso le proprie conoscenze e competenze è in grado di aiutare, con lo sviluppo di una intensa e completa esperienza relazionale e professionale, la soluzione dei quesiti che creano disagio esistenziale e/o relazionale del suo o dei suoi clienti.
La competenza del counselor si sviluppa attraverso la relazione interpersonale: il counseling può essere attuato in diversi ambienti lavorativi.
In quali situazioni è possibile operare come counselor?
In realtà non esiste un campo d’attività specifico per il counseling.
Il ruolo del counselor è quello di una persona che favorisce l’emergere delle potenzialità del cliente, aiutandolo a superare quei limiti del proprio modo di pensarsi e di credersi, che ostacolano la sua realizzazione, questo può avvenire in ogni tipo di situazione, in ogni campo professionale.
Possiamo vedere qui di seguito alcuni modi di intendere il lavoro del counselor:
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- counseling con singole persone, con coppie, con famiglie o gruppi;
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- counseling nelle aziende di differenti dimensioni o in varie strutture lavorative strutturate ed organizzate;
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- counseling con persone anziane presso centri organizzati come pure in attività domiciliari;
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- counseling nella sfera normale della sessualità con singoli o tra membri di una coppia;
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- counseling in comunità come scuole, istituzioni, organizzazioni di varia natura;
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- counseling di sostegno a violenze subite o ad abusi a sfondo sessuale;
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- counseling professionale per persone come per organizzazioni nella gestione delle risorse umane in generale;
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- counseling nel mondo dello spettacolo e dell’arte, della musica, del teatro, della letteratura, della danza, della pittura, come in tante altre forme creative;
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- counseling nella gestione delle crisi in ambito di protezione civile o in situazioni di emergenza;
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- counseling nella gestione di forme differenti di integrazione razziale e culturale.
Il counselor è dunque una Figura Professionale che, a seguito di un corso di studi formativo, in possesso di un diploma rilasciato dalla scuola di formazione di riferimento, a sua volta riconosciuta come competente nel proprio settore con un orientamento teorico/pratico specifico.
Il counselor in forma generica può essere definito la persona che, in un ambiente professionale, è capace di sostenere in modo adeguato una relazione con un interlocutore che manifesta temi personali, privati ed emotivamente significativi.
Il counselor ha un suo ruolo ben definito e non deve essere confuso con un consulente esperto di comunicazione né con un esperto in Problem Solving Aziendale.
Operando per differenze possiamo definire:
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- Il Consulente come una figura professionale attraverso le proprie conoscenze, esprime un proprio parere di competenza su un quesito d’ordine tecnico.
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- Il Counselor, invece, è la figura professionale che attraverso le proprie conoscenze e competenze è in grado di favorire la soluzione ad un quesito che crea disagio esistenziale e/o relazionale ad un individuo o un gruppo d’individui.
Prendiamo in considerazione un sistema aziendale.
Lo psicologo del lavoro si occupa della selezione del personale, mette a disposizione dell’azienda le sue conoscenze tecniche relative alla struttura della personalità, ed in base a test psicoattitudinali, proiettivi, colloqui ecc. seleziona il miglior elemento che possa ricoprire un determinato ruolo in base alle esigenze specifiche dell’azienda in questione.
Il counselor aziendale è un professionista al quale tutti i dipendenti dell’azienda (compreso lo psicologo del lavoro addetto alla selezione) si possono rivolgere in caso di difficoltà relazionali tra colleghi o difficoltà esistenziali che possono compromettere la propria attività lavorativa e dunque la propria vita.
La competenza del counselor dunque è nella relazione!
Il counseling può essere attuato in diversi contesti lavorativi.
Può essere definito come la possibilità di dare un consiglio professionale o un piccolo sostegno a chi ne fa richiesta all’interno di un ambiente ospedaliero, religioso, scolastico, aziendale oppure privato.
Ha il semplice obiettivo di indirizzare la persona verso una possibile soluzione di una problematica presente in un determinato ambito o nata da difficoltà relazionali che possono impedire la libera espressione individuale.
Cosa fa e cosa non fa il counselor?
I campi d’intervento del counselor sono definibili con estrema facilità determinando dei semplici punti di riferimento che si evidenziano in base alle specifiche formazioni professionali che saranno riportate di seguito.
Per ora definiamo cosa il Counselor non fa se non diversamente autorizzato.
Non fa terapia, non opera cure di nessun genere, non fa psicoterapia, né consulenza, non insegna psicologia e genericamente non usa mai il prefisso psico se non acquisito per competenza. ( es. Counselor Operatore Psicosociale, Counselor Operatore Psicopedagogico)
Qual è la differenza tra un Operatore Psicopedagogico ed un Counselor Operatore Psicopedagogico?
Il secondo ha nella propria formazione un percorso di sviluppo personale individuale e/o di gruppo, che gli consente di operare come detto in precedenza “un counseling libero da propri, circa rigidi, pregiudizi”.- (Rollo May).
Va evidenziato dunque che il Counseling Psicologico prevedendo tra l’altro la diagnosi psicologica, l’orientamento, la prevenzione, il sostegno, la riabilitazione, è un’attività d’esclusiva competenza del ruolo professionale dello psicologo (che avrà seguito a sua volta una formazione per Counselor). Inoltre, il Counseling Medico prevede la diagnosi fisica, può prescrivere farmaci,
Esami specialistici, ricoveri ecc… è di pertinenza esclusiva del ruolo professionale del medico.
(www.sicoitalia.it).