Strumenti per misurare la qualità di vita GHQ-12

Strumenti per misurare la qualità di vita

General Health Questionnaire-12 items (GHQ-12)

Il benessere mentale è un determinante importante della salute e delle sue conseguenze sociali.

Il GHQ è stato elaborato allo scopo di individuare due principali categorie di problemi: l’incapacità di eseguire le proprie funzioni normali sane e la comparsa di nuovi fenomeni di natura stressante (Goldberg, 1979).

L’attenzione è focalizzata sul cambiamento nel normale funzionamento psichico del soggetto; il questionario infatti, non vuole indagare la presenza di disturbi psichici gravi come la schizofrenia o la depressione psicotica, ma valuta disturbi di personalità o patterns di adattamento associati al distress.

Nello specifico il GHQ consente di indagare la presenza di quattro elementi di distress: depressione, ansia, deterioramento sociale e ipocondria (indicata con sintomi somatici).

Goldberg ritiene che il suo approccio ai disturbi psichici si avvicini al livello minore nella scala dei disturbi psichici, descritta da Foulds e Bedford (1975) e chiamato “dystimic states”.

L’autore ritiene che un individuo che incorre in uno di questi stati potrebbe dire di essere “disturbato”, emotivamente agitato e alterato rispetto al suo normale stato. La scala indaga quindi la presenza di disturbi psichiatrici di tipo non psicotico.

Valuta la presenza e la frequenza di una serie di sintomi non cronici di cui il soggetto ha sofferto nelle ultime settimane. Il questionario comprende item costituiti da affermazioni positive e che quindi descrivono stati psicologici connotati positivamente o attività quotidiane (ad esempio: “capacità a concentrarsi”o “sentirsi utili”), e da affermazioni negative che descrivono sintomi di disagio psicologico (per esempio: “perdita del sonno” o “incapacità a superare le difficoltà”).

Al soggetto è richiesto di confrontare la propria situazione attuale rispetto al suo stato psicologico abituale, scegliendo tra quattro modalità di risposta: “come al solito”, “più del solito”, “meno del solito”, “molto meno del solito”. In questo modo è possibile situare gli individui lungo un continuum i cui estremi sono costituiti da una condizione di benessere psicologico, visto come assenza di sintomi psichici e da una condizione di disordine psichico con diversi gradi di gravità.

Per quanto riguarda le caratteristiche psicometriche, l’attendibilità mostra il coefficiente di split-half reliability di .95 (Goldberg, 1978), mentre il coefficiente di test-retest reliability è di .76 (Goldberg & Williams, 1988).

Studi in Inghilterra, Australia e Spagna riportano coefficienti di correlazione tra il GHQ e la Clinical Interview Schedule compresi tra .76 e .81. Ricerche in Inghilterra e India hanno rilevato coeffcienti di correlazione tra il GHQ e il Present State Examination compresi tra .71 e .88 (Goldberg, 1978). La sensibilità del GHQ è del 95.7% e corrisponde alla proporzione di “casi” correttamente identificati dal questionario, mentre la specificità è del 87,8% e corrisponde alla proporzione di persone “normali” correttamente segnalate dal questionario (Goldberg, 1988).

Il questionario originale possiede 60 item, ma attualmente esistono anche diverse forme ridotte dello stesso: il GHQ-30, il GHQ-28, il GHQ-20 e il GHQ-12.

Per assegnare il punteggio alla scala, di solito, si utilizzano due metodi di scoring: il metodo “GHQ” ed il metodo “Likert”. Il primo procede dicotomizzando i punteggi e attribuendo il valore 0 nel caso di assenza del sintomo ed il valore 1 nel caso della presenza del sintomo: le risposte agli item sono codificate 0-0-1-1. Questo metodo di scoring permette solo di avere informazioni sul numero totale dei sintomi percepiti dal soggetto. Il metodo “Likert” prevede l’assegnazione di un punteggio 0-1-2-3 per le quattro modalità di risposta e permette di ottenere, all’interno del punteggio totale, alcune informazioni circa intensità e frequenza dei sintomi.

Goodchild e Duncan-Jones (1985) hanno proposto un nuovo metodo di scoring: il “CGHQ”. Gli autori hanno ipotizzato che la risposta “come al solito”, solitamente considerata come indicatore di salute, possa rilevare invece stati di cronicità nel caso di item negativi; di conseguenza hanno considerato gli item positivi come descrizione di stati momentanei e quelli negativi come descrizione di sintomi di lunga durata, ipotizzando l’esistenza di due sottoscale dovute alla natura diversa degli item e alle modalità di risposta adottata.

Secondo questo metodo le risposte agli item negativi sono codificate 0-1-1-1, mentre le risposta agli item positivi sono codificate 0-0-1-1. Gli autori di questa modalità di assegnazione ritengono che tale sistema vada a migliorare la capacità di screening del GHQ.

La versione più corta del GHQ a 12 item, è stata oggetto di diversi studi. E’ stata comparata con il GHQ-28 attraverso uno studio sui disordini psicologici in contesti medici, messo a punto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e che ha coinvolto 15 città differenti, dimostrando buone caratteristiche psicometriche (Goldberg et al.,1997).

In un’altra ricerca avente lo scopo di validare il GHQ-12 in un campione di donne indiane abitanti in UK, si è dimostrato che, comparandolo con la Rivised Clinical Interview Schedule, le sue soglie hanno una sensibilità del 96,7% e una specificità del 90% (Jacobs, Bhugra & Mann, 1997).

In un altro studio (Montazeri et al, 2003) l’obiettivo era tradurre il GHQ-12 nella lingua persiana e testarne validità e attendibilità.

Il campione era formato da 748 giovani dai 18 ai 25 anni a cui è stato somministrato anche un questionario con domande demografiche e una scala per la misura della qualità di vita (il EORTC QLQ-C30).

La consistenza interna è stata valutata col coefficiente di Cronbach mentre la validità è stata valutata usando la validità convergente. Le analisi hanno mostrato un risultato soddisfacente (alpha di Cronbach= 0.87). La validità convergente ha indicato una correlazione negativa fra il GHQ-12 e la misura della qualità di vita, come previsto (r= -0.56), indicando che coloro che sono più sofferenti mostrano minor livelli di qualità di vita.

Una ricerca con giovani adolescenti riporta che il GHQ-12 è una misura valida per questo tipo di popolazione; la batteria di test utilizzata comprende oltre al GHQ, misure della depressione, dell’ansia, dell’autostima, dello stress, dell’auto-efficacia, della desiderabilità sociale e dell’affettività negativa, dimostrando come una bassa autostima o sintomi depressivi possono minacciare la salute psicologica (Tait , French, & Hulse, 2003).

 

 

© Stile repressore e benessere – Margherita Monti